Nasr Hamid Abu Zayd, Testo sacro e libertà. Per una lettura critica del Corano, introduzione di Nina zu Fürstenberg, Marsilio, Venezia 2012.

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:35:13

Quanto accaduto a Nasr Hamid Abu Zayd è paradigmatico per comprendere il pensiero islamico contemporaneo, sia nei suoi blocchi e nelle sue contraddizioni che nelle sue insospettabili potenzialità. Egli ha dovuto pagare a caro prezzo la propria libertà di pensiero, che gli è costata il blocco della carriera universitaria e una condanna per apostasia, costringendo lui e sua moglie a prendere la via dell’esilio. Ciò che rende la sua vicenda singolare è il campo di studi sul quale si è conquistato, di certo involontariamente, la poco invidiabile palma di un simile “martirio”. Docente di Letteratura Araba all’Università del Cairo, sulla scorta di alcuni illustri predecessori e facendo tesoro delle competenze ermeneutiche acquisite in Occidente, egli ha osato affrontare un tema tra i più delicati: la critica del testo applicata al Corano. E' noto che i musulmani intrattengono col loro Testo sacro un rapporto quasi “sacramentale” e pertanto quella della sua interpretazione è sempre stata una questione delicatissima. La maggior parte dei commentatori del Corano si sono quindi prevalentemente attenuti a un atteggiamento prudente, producendo soprattutto opere di taglio linguistico e lessicologico. N. H. Abû Zayd ha gettato un sasso in questo stagno sforzandosi nel distinguere il senso ultimo del messaggio divino dalla forma storica che esso ha assunto per potersi comunicare agli uomini. Non dunque una rivelazione letterale, ma una ispirazione "tradotta" in linguaggio umano che dunque si può e si deve studiare secondo le più moderne metodologie dell’analisi e della ricerca linguistica. Ne deriva la contestazione di affermazioni precedentemente considerate quasi delle verità dogmatiche: “Sostenere la dottrina del Corano increato e la sovratemporalità della Rivelazione non produce altro risultato se non quello di imbalsamare i testi religiosi sottraendoli a qualsiasi riflessione. Mentre la tesi opposta, situando il testo sacro in una dimensione storica, lo restituisce alla propria vitalità e lo libera, attraverso la rilettura e l'interpretazione, dall'assoggettamento ai propri limiti temporali, aprendolo al tempo stesso alle preoccupazioni e agli interessi degli uomini nel vivo corso della storia”. Questa raccolta di saggi ha il merito di restituirci l'essenza della visione dell'autore, declinata anche su altre tematiche collaterali al suo campo di studi, ma tutte di estrema attualità. Un'acuta introduzione della curatrice e un'intervista rilasciata alla stessa dal grande maestro, purtroppo recentemente scomparso, arricchiscono il volume da un lato di ulteriori spunti di riflessione e dall'altro della freschezza del colloquio con una personalità solare e arguta le cui opere fondamentali attendono ancora di essere tradotte in lingue occidentali e sono note in originale a una ristretta cerchia di specialisti, mentre potrebbero contribuire ad aprire nuovi orizzonti in un settore cruciale sia per l'evoluzione interna del mondo musulmano che per i suoi rapporti con le altre culture e religioni.