Autore: Vicent Battesti, François Ireton (a cura di)
Titolo: L’Egypte au présent. Inventaire d’une société avant révolution
Editore: Actes Sud, Arles 2011

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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:36:01

Nei giorni in cui in Egitto scoppiavano le rivolte, andava in stampa L’Egypte au présent. Il corposo volume offre in più di 1000 pagine una panoramica davvero completa della società egiziana pre-rivoluzionaria. Il crescente malcontento trova espressione evidente in una conversazione tra un taxista del Cairo e un cliente, riproposta nel preludio. « Il Paese avanzerà, ma non subito, quando “lui” [il presidente Mubarak] sarà morto. Morirà [un giorno], no?» (p. 27). Così commentava il cliente egiziano al taxista, sotto lo sguardo curioso del curatore. Era il 2007. L’opera, in gran parte frutto delle ricerche del CEDEJ del Cairo, si compone di 40 saggi redatti da altrettanti ricercatori aventi tutti una conoscenza diretta del Paese. I testi, molto articolati e dettagliati, offrono informazioni puntualmente supportate da dati statistici, grafici, e da una ricca bibliografia di riferimento e sono ripartiti in sei sezioni tematiche. Uno spazio abitato stretto e denso, sezione dedicata alla demografia, considera gli effetti della crescita esponenziale della popolazione verificatasi negli ultimi 150 anni, favorita inizialmente dalle politiche di Muhammad Ali, fondatore dello Stato egiziano moderno. Il Paese del Nilo è passato infatti da quattro milioni di abitanti a inizio Ottocento agli attuali ottanta milioni. L’aumento demografico è anche sinonimo di una più vasta urbanizzazione, di cui Bénédict Florin fa il punto nel suo contributo. Naturalmente non poteva mancare una sezione dedicata al bilancio politico del XX secolo che vede protagonisti i tre uomini che hanno fatto la storia politica dell’Egitto contemporaneo: Nasser, Sadat e Mubarak. Segue un’analisi del precario stato di salute dell’economia egiziana. A contributi di taglio prettamente storico, come quello di Mustafa Kemil che analizza l’andamento dei trend economici dal 1950 al 2000, si alternano saggi dedicati a tematiche più specifiche: una storia delle riforme finanziarie e delle trasformazioni subite dal settore bancario negli ultimi 50 anni, un’analisi del boom del settore turistico, «motore dell’economia egiziana» (p. 582), una storia dello sviluppo industriale dal 1970 ad oggi, un’analisi del ruolo dei sindacati. La quarta sezione esamina le strutture del quotidiano, in particolare il sistema sanitario e quello educativo, la cui inadeguatezza rispetto alle nuove esigenze dell’Egitto contemporaneo si traduce nello scollamento tra domanda e offerta di competenze sul mercato del lavoro. Seguono una serie di contributi dedicati alle dinamiche confessionali interne. Che posto occupa l’Islam nella società attuale? Per dare una risposta occorre definire in primis il rapporto tra l’Islam ufficiale e lo Stato, senza tralasciare le espressioni popolari (culto dei santi, ordini sufi non riconosciuti) di una religione che non può definirsi monolitica. Il contributo di Christian Cannuyer indaga dal canto suo il mondo copto (circa il 10% della popolazione), che ha visto il rafforzamento di una Chiesa autoctona ben organizzata, ma generalmente poco propensa a rapportarsi con l’esterno. La rassegna si conclude con una riflessione sul mondo della cultura e più in particolare sul ruolo svolto dalla nuova tecnologia dell’informazione, sui cambiamenti strutturali dell’industria cinematografica e sulle contromisure adottate dallo Stato a fronte di quella che è stata definita «cyberdissidence» (p. 949), un fenomeno a cui i media occidentali hanno dato risalto in particolare negli ultimi mesi per il ruolo cruciale che essa ha svolto nella primavera araba ma che, in realtà, risale a qualche anno addietro. Anche se è stato concluso prima della rivoluzione, L’Egypte au présent rappresenta un ottimo strumento per meglio comprendere, da un lato, l’origine delle tensioni tra società civile e autorità e dall’altro le sfide che i futuri leader del Paese dovranno affrontare.

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