Con il duro comunicato dell’ambasciatore israeliano dopo le frasi del cardinal Parolin, Israele critica il Vaticano per rispondere alle accuse dell’Occidente. Ma tutti devono contribuire alla pace

Ultimo aggiornamento: 15/03/2024 10:38:50

Lo scontro tra Israele e Santa Sede, che forse nelle ultime ore può essere derubricato a incomprensione (ogni tanto anche le de escalation avvengono), segna comunque un momento di cruciale contrasto sull’invasione di Gaza e sulla guerra dell’esercito israeliano ad Hamas dopo il 7 ottobre.

 

L’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Raphael Schutz, ha emesso infatti mercoledì una nota durissima contro il Segretario di Stato vaticano, il cardinal Pietro Parolin per le parole usate il giorno prima, definite “regrettable” in inglese, un termine prima tradotto in “deplorevoli”, poi in un comunicato attenuato in un “sfortunate”. Al Cardinale vengono contestate le frasi in cui ha affermato che la risposta israeliana al massacro del 7 ottobre è stata «sproporzionata» e ha provocato una «carneficina». L’attacco è arrivato in un momento di notevole isolamento internazionale del governo di Netanyahu, a cui mezzo mondo, Usa in testa, chiede uno stop nell’invasione di Gaza. Analizzando i tre punti della missiva israeliana è proprio la questione della responsabilità dei civili della Striscia, gli abitanti di Gaza, la chiave di tutto. Per Israele i civili palestinesi sono pienamente assimilabili ai terroristi di Hamas, in quanto ne ospitano le attività. Oggettivamente complici. Scrive Schutz: “Gaza è stata trasformata da Hamas nella più grande base terroristica mai vista. Non c’è quasi nessuna infrastruttura civile che non sia stata utilizzata da Hamas per i suoi piani criminali, inclusi ospedali, scuole, luoghi di culto e molti altri”. Aggiungendo: “Gran parte del progetto’ di Hamas, vale a dire la costruzione di questa infrastruttura terroristica senza precedenti, è stato attivamente sostenuto dalla popolazione civile locale. I civili di Gaza hanno anche partecipato attivamente all’invasione del 7 ottobre”. Le operazioni militari dell’esercito israeliano, si legge ancora nella nota, “si svolgono nel pieno rispetto del diritto internazionale”.

 

Eppure, lo stesso governo di Benjamin Netanyahu ha in passato sostenuto che il popolo di Gaza è in realtà ostaggio di Hamas. Dunque, chi ascoltare? Il premier israeliano che parla di una popolazione ostaggio del movimento islamista, o Schutz che invece la ritiene complice?

 

C’è un altro punto toccato dalla nota israeliana e riguarda proprio la proporzione fra civili e miliziani eliminati nella Striscia. “Secondo i dati disponibili, per ogni militante di Hamas ucciso hanno perso la vita tre civili. Tutte le vittime civili sono da piangere, ma nelle guerre e nelle operazioni passate delle forze Nato o delle forze occidentali in Siria, Iraq o Afghanistan, la proporzione era di 9 o 10 civili per ogni terrorista. Quindi, la percentuale dell’Idf nel tentativo di evitare la morte dei civili è circa 3 volte superiore, nonostante il campo di battaglia a Gaza sia molto più complicato, come già detto”. In questo caso i numeri sono difficilmente verificabili. Ed ha buon gioco la Santa Sede, facendo riferimento alle donne e ai bambini ma non solo, a sostenere che la Chiesa è “sempre dalla parte delle vittime”.

 

La “sproporzione” nell’operazione militare dell’esercito israeliano è stata più volte notata e stigmatizzata dai diplomatici Usa e da quelli dell’Onu, ma Israele ha scelto il Vaticano per controbattere pubblicamente a questo addebito. Israele, attaccando il cardinal Parolin, critica indirettamente anche tutte le personalità ebraiche che hanno firmato appelli e preso posizione a favore di un cessate il fuoco a Gaza. Non per niente Andrea Tornielli su Vatican News ha ricordato proprio la posizione di Edith Bruck, firmataria dell’ultima lettera appello di ebree ed ebrei italiani sulla vicenda di Gaza. Ha scritto Tornielli: «La scrittrice e poetessa Edith Bruck - che nella primavera del 1944, tredicenne, venne catturata nel ghetto ungherese di Sátoraljaújhely e deportata ad Auschwitz – ha rivolto critiche severe contro l’attuale primo ministro israeliano, affermando che “ha danneggiato gli ebrei della diaspora perché ha ridato vigore all’antisemitismo che non è mai scomparso ed ora è aumentato”. Bruck ha aggiunto la sua convinzione che con questa politica non si elimineranno mai i terroristi».

 

Nelle scorse settimane Papa Francesco ha condannato senza attenuanti l’anti-semitismo. E ha più volte implorato la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei terroristi di Hamas. Così come non è un mistero che chiami quasi tutti i giorni qualcuno della piccola comunità cristiana della Sacra Famiglia a Gaza per avere notizie.

 

Al di là delle posizioni diplomatiche e delle note ufficiali, la Chiesa cattolica si riconosce nella posizione e nelle parole adottate dal Cardinal Pierbattista Pizzaballa, che vive a Gerusalemme. Pizzaballa insiste che nessuna soluzione istituzionale o diplomatica potrà mai farsi strada senza una riconciliazione “dal basso” per così dire, tra i due popoli. È un processo che naturalmente deve partire da israeliani e palestinesi, ma che va incoraggiato ovunque sia possibile farlo, quindi anche da noi, in Europa, evitando di alimentare le polarizzazioni. Lavorare per la pace è una fatica quotidiana, cui devono e possono contribuire tutti.

 

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Oasiscenter
Abbiamo bisogno di te

Dal 2004 lavoriamo per favorire la conoscenza reciproca tra cristiani e musulmani e studiamo il modo in cui essi vivono e interpretano le grandi sfide del mondo contemporaneo.

Chiediamo il contributo di chi, come te, ha a cuore la nostra missione, condivide i nostri valori e cerca approfondimenti seri ma accessibili sul mondo islamico e sui suoi rapporti con l’Occidente.

Il tuo aiuto è prezioso per garantire la continuità, la qualità e l’indipendenza del nostro lavoro. Grazie!

sostienici

Tags