Nel tentativo di accreditarsi come entità statale, il gruppo ha diviso territori che occupa e altri che non controlla in wilâyat, ispirandosi agli antichi califfati

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:09:26

A giugno 2014 il gruppo terroristico dello Stato Islamico ha proclamato la restaurazione del “califfato” nelle zone da esso conquistate tra Siria e Iraq. A differenza di altri gruppi terroristici infatti, i jihadisti del “califfo” ambiscono a creare uno Stato. Nel tentativo di realizzare le proprie ambizioni, lo Stato Islamico ha istituito un sistema amministrativo che prevede la suddivisione del territorio in province, in arabo wilâyat, ispirandosi all’antica divisione del Califfato ottomano (1517-1924) e, prima ancora, dal Califfato abbaside (750-1258). L’istituzione delle province ha un valore soprattutto propagandistico, non corrispondendo a un’effettiva amministrazione burocratica dei territori da parte dello Stato Islamico né tantomeno all’erogazione di servizi alla popolazione.

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Le zone in Iraq su cui si estende il “califfato” comprendono alcune province effettive, al-Anbâr, Diyâlâ, Salâh al-Dîn, al-Furât (le zone tra la Siria e l’Iraq lungo il fiume Eufrate), al-Fallûja, Nînawâ (Ninive), al-Jazîra, Dijla (il Tigri), e altre puramente virtuali perché in realtà controllate dal governo di Baghdad (al-Janûb, “il sud”, e Baghdad) o dai curdi (Kirkûk).

In Siria, invece, lo Stato Islamico ha istituito le province di Aleppo, al-Raqqa (la capitale de facto), al-Khayr (originariamente la provincia di Deir Ezzor), al-Baraka (originariamente al-Hasaka), al-Bâdya (originariamente Homs) e Damasco. Anche in questo caso alcune province sono virtuali perché in realtà controllate dal governo di Damasco tra cui, per l’appunto, la provincia stessa di Damasco, o contese con altre forze ribelli. Tale divisione “amministrativa”, aggiornata al 17 dicembre 2015, è in continua evoluzione: alcune province proclamate nel 2014 oggi non esistono più (es. la provincia di al-Sâhil – il litorale, nella zona di Latakia in Siria), mentre altre sono state ulteriormente divise (es. la provincia di Nînawâ in Iraq è stata divisa in tre province: Nînawâ, al-Jazîra e Dijla).

Lo Stato Islamico ha inoltre riconosciuto altre dieci province al di fuori dell’Iraq e della Siria, in Libia, Egitto, Algeria, Nigeria, Yemen, Arabia Saudita, Russia, Afghanistan e Pakistan. Di queste province, soltanto una parte di quelle libiche e quella sita in Nigeria esercitano un controllo effettivo del territorio. Oltre queste wilâyât, molte altre organizzazioni hanno giurato fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi ma senza essere a loro volta riconosciute da parte di quest’ultimo. Infine vi sono alcuni gruppi che hanno dichiarato il loro sostegno allo Stato Islamico ma non giurato fedeltà al “califfo”.

Di seguito, una rassegna delle dieci provincie proclamate dallo Stato Islamico esterne al nucleo originario del “califfato” in Iraq e Siria.

 

Libia

Wilâyat Barqa (Cirenaica) Era il 10 novembre 2014 quando Abu Habeeb Al-Jazrawi, un saudita arrivato a Derna a metà settembre assieme ad altri mujahidin, dichiarava fedeltà al “califfo”. Il 13 novembre al-Baghdadi accoglieva la dichiarazione di fedeltà, facendo così nascere la provincia della Cirenaica, in arabo wilâyat Barqa – che deve la sua denominazione al nome dato alla regione orientale della Libia nel passaggio dal dominio romano a quello islamico. Secondo alcune fonti, la provincia conta 800 combattenti e gestisce una mezza dozzina di campi nei dintorni della città in cui si addestrano i combattenti provenienti dal Nord Africa. Il numero di militanti nella provincia è aumentato con il ritorno dalla Siria e dall’Iraq di oltre 300 jihadisti libici, che facevano parte della Brigata al-Battar, prima schierata a Deir Ezzor in Siria, poi a Mosul in Iraq. Una volta rientrati, i militanti si sono affiliati al Consiglio consultivo dei giovani dell’Islam, gruppo pro-Isis che si è formato a Derna nel marzo 2014. Hanno inoltre raggiunto la provincia di Barqa numerosi jihadisti tunisini fuggiti dalla Tunisia quando nel 2013 il governo ha bandito il movimento Ansar al-Sharia.

Wilâyat Fazzân (Fezzan) Poco si sa della provincia di Fezzan, nella Libia sud-occidentale. I militanti di questa wilâya desertica sono gli autori di attacchi contro i giacimenti di petrolio e rapimenti di operai. Uno dei comandanti dell’attacco al giacimento petrolifero di al-Mabrouk avvenuto a febbraio 2015 era un ex membro della brigata Tariq Bin Ziyad, gruppo affiliato ad al-Qaida nel Maghreb (Aqmi) guidato da Abdelhamid Abu Zayd, un terrorista e narcotrafficante di origini algerine, morto nel febbraio 2013 in Mali durante uno scontro tra guerriglieri islamisti e truppe francesi e ciadiane.

Wilâyat Tarâbulus (Tripoli) Come le altre due province libiche, anche la provincia di Tripoli ha ottenuto il riconoscimento del “califfo” il 13 novembre 2014. La wilâya ha la sua roccaforte nella città di Sirte, dove l’organizzazione Ansar al-Sharia ha dichiarato fedeltà ad al-Baghdadi, pur disertando poco tempo dopo. Il leader spirituale della provincia è Hassan Karami, noto anche come Abu Mu‘awiya al-Libi, mentre il governatore sarebbe un uomo di origine tunisina, Abu Talha al-Tunisi. I militanti della provincia hanno rivendicato l’attentato all’hotel Corinthia di Tripoli del 27 gennaio 2015.

 

Egitto

Wilâyat Sînâ’ (Sinai) Il 10 novembre 2014, un jihadista non identificato dell’organizzazione Ansar Bayt al-Maqdis (Abm), attiva dal 2011 nella Penisola del Sinai, dichiarava fedeltà ad al-Baghdadi. In seguito il gruppo si è spaccato: Abm nella Valle del Nilo è infatti rimasto fedele ad al-Qaida. La provincia del Sinai è stata proclamata dal “califfo” pochi giorni dopo, il 13 novembre. Secondo le stime, i militanti della Provincia sono circa 1.000-1.500. Il gruppo ha rivendicato l’abbattimento dell’aereo russo avvenuto nel Sinai il 4 novembre 2015.

 

Algeria

Wilâyat al-Jazâ’ir (Algeria) Il gruppo armato Jund al-Khilâfa (I soldati del califfato) si è staccato da al-Qaida nel Maghreb (Aqmi) e ha giurato fedeltà allo Stato Islamico il 10 settembre 2014. Khaled Abu Suleimane ha assunto la leadership del nuovo gruppo e in un video dichiarava rivolgendosi al “califfo”: “Nel Maghreb islamico ci sono uomini ai tuoi ordini”. La provincia d’Algeria è stata proclamata il 13 novembre 2014. I militanti della wilâya hanno rivendicato il rapimento e la decapitazione del francese Hervé Gourdel avvenuti a settembre 2014. L’organizzazione figura nella lista dei gruppi terroristici stilata dal Governo statunitense.

 

Afghanistan e Pakistan

Wilâyat Khurâsân (Khorasan) La Provincia del Khorasan, tra Afghanistan e Pakistan, è stata proclamata nel gennaio 2015. Nell’ottobre 2014, Hafiz Saeed Khan, un ex comandante del movimento Tehrik-e Taliban (TTP), giurava fedeltà al “califfo” in un video diffuso soltanto il 10 gennaio 2015 dal gruppo Khorasan Media, e che include la ripresa dell’esecuzione di un soldato pachistano. Il portavoce del gruppo è l’ex talebano pakistano Sheykh Maqbool, meglio noto con il nome di guerra Shahid Shahidullah.

 

Russia

Wilâyat Qawqâz (Caucaso) La Provincia del Caucaso è stata proclamata il 23 giugno 2015 (http://understandingwar.org/backgrounder/isis-declares-governorate-russia%E2%80%99s-north-caucasus-region) da Abu Monammed al-Adnani – portavoce dello Stato Islamico. L’annuncio è stato dato in seguito alla diffusione su Twitter di un messaggio audio in russo in cui i sostenitori di Isis nelle regioni del Daghestan, della Cecenia, dell’Inguscezia, e del KBK (Kabarda, Balkaria e Karachay) giuravano fedeltà ad al-Baghdadi. Tale annuncio ha di fatto posto l’Isis contro l’Emirato islamico del Caucaso (ICE), un affiliato di al-Qaida che dal 2007 opera nella regione montuosa della Russia sud-occidentale. Il leader della nuova provincia è Rustam Asilderov, uno degli ex capi dell’Emirato islamico del Caucaso. La Provincia del Caucaso ha rivendicato l’attacco a una base militare russa nel Dagestan meridionale, avvenuto il 2 settembre 2015.

 

Nigeria

Wilâyat Gharb Ifrîqiyâ (Africa occidentale) La Provincia dell’Africa occidentale (Iswap) è stata proclamata il 7 marzo 2015 dopo che, a febbraio Abubakr Shekau, leader di Boko Haram, aveva giurato fedeltà al “califfo”. Inizialmente, il gruppo ha continuato a utilizzare la sua denominazione ufficiale, Jama‘at Ahl al-Sunna li-d-da‘wa wa al-Jihad, più comunemente nota come Boko Haram, espressione che nella lingua locale Hausa significa “l’istruzione occidentale è proibita”. Secondo una stima di Amnesty International il gruppo è formato da circa 15.000 membri.

 

Yemen

Wilâyat Yaman La Provincia dello Yemen è stata proclamata il 13 novembre 2014. In Yemen lo Stato Islamico ha saputo sfruttare il vuoto di potere creatosi quando gli Houthi, sciiti zaiditi ribelli del Nord del Paese, hanno perso il controllo della capitale Sanaa alla fine del 2014, e il conflitto settario tra sunniti e sciiti. Diversamente dalle altre province, in questo caso al-Baghdadi non ha nominato ufficialmente un leader. Gli esperti l’hanno tuttavia identificato nella persona del saudita Abu Bilal al-Harbi. La Provincia è divisa in sei sotto-province, Sanaa, Ibb e Taiz, Lahij, Aden, Shabwa, Hadramawt e al-Bayda.

 

Arabia Saudita

Wilâyat Najd (il Najd) e wilâyat Haramayn (le due Città sante) La Provincia del Najd, nell’Arabia Saudita centrale, e la Provincia delle due Città sante, ovvero Mecca e Medina, sono state proclamate il 13 novembre 2014 quando i “Mujahidin della penisola araba” hanno giurato fedeltà allo Stato Islamico e accusato di apostasia i governanti sauditi. I militanti della Provincia del Najd hanno rivendicato l’attentato alle moschee sciite di Damman, capoluogo della Provincia orientale di al-Sharqiyya, del 29 maggio 2015, e quello, di poco precedente, del villaggio di al-Qadeeh, vicino ad al-Qatif. Il gruppo ha inoltre rivendicato l’attentato del 26 giugno 2015 alla moschea sciita a Kuwait City.