Una ricostruzione provvisoria ma non sommaria delle manifestazioni contro il film "Innocence of Muslims"

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:40:30

A costo di sbagliarsi, è possibile ricostruire la sequenza della settimana drammatica appena trascorsa come segue:

1. Qualche mese fa, una banda di fanatici copti degli Stati Uniti gira o partecipa alle riprese di una specie “patacca” che reputa un pamphlet anti Profeta. Nessuno lo nota nonostante il fatto che, per provocazione, essi abbiano postato alcuni estratti di quest’“opera” su youtube.

2. Una settimana fa, un “imprenditore religioso” sedicente salafita, una sorta di presentatore televisivo o di predicatore specializzato nella vituperazione anti-liberale, anti copta, anti tutto, diffonde sul suo canale televisivo i 14 minuti della schifezza in questione. Prima osservazione: è impossibile credere che le persone implicate in (1) e (2) non sapessero quel che stavano facendo. Resta da capire quali erano i loro calcoli e se c’erano dei mandanti.

3. Come previsto, la collera è stata immensa.

4. Le diverse autorità e attori copti in Egitto hanno prontamente condannato il film.

5. I Fratelli Musulmani, i salafiti istituzionali e la Jamâ‘a islâmiyya hanno temuto una sorta di notte di S. Bartolomeo anti-copta o addirittura peggio. Occorreva, a qualunque costo, evitare una catastrofe “confessionale”.

6. Hanno deciso di credere o di far finta di credere che gli Stati Uniti fossero “colpevoli”. L’obiettivo di questo messaggio è “deviare” la collera degli estremisti, della base, di coloro che volevano difendere la propria religione, perché non si esprimessero contro i copti. Gli USA erano un capro espiatorio comodo e si sarebbe sempre potuto riaggiustare i cocci in un secondo tempo.

7. Purtroppo la situazione in Egitto e Libia è sfuggita di mano, con tragiche conseguenze in entrambi i casi. Seconda osservazione: resta da capire se la perdita di controllo è imputabile alle folle in collera o se dipende dall’iniziativa di attori politici o terroristi che volevano incastrare gli islamisti e gli Stati Uniti.

8. Bisogna aggiungere che i Fratelli hanno gestito molto male la loro comunicazione con gli USA. Ma occorre dire che dovevano far quadrare il cerchio: evitare un disastro confessionale, senza però apparire tiepidi nella difesa della fede e senza sbilanciarsi troppo contro gli USA.

9. Nell’insieme, si può affermare che l’atteggiamento del campo islamista, con l’eccezione delle schegge impazzite e dei salafito-anarchici, è stato buono. In quanto cittadino egiziano e copto, li ringrazio.

10. Tutti gli attori islamisti e copti devono riflettere sui vincoli imposti dai rispettivi dispositivi discorsivi, ideologici e organizzativi. Una sbandata in più e questa crisi avrebbe assunto delle proporzioni ancora più spaventose. Questa volta, le dinamiche mortifere e bellicose, almeno per il momento, sono state contenute. Nulla garantisce che la prossima volta finirà così.

In conclusione, ribadisco: un grazie ai fratelli, ai salafiti responsabili e alla Jamâ‘a islâmiyya.

Preghiamo insieme per l’Egitto.

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