L’ultimo presunto dialogo tra Mursi e al-Sîsî

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:39:13

«al-Watan», 5 luglio 2013 – Ahmad ‘Abd al-‘Azîm

Come resoconto dell’ultimo dialogo intercorso tra l’allora presidente Morsi e il Capo delle Forze Armate al-Sîsî, questo articolo del quotidiano egiziano al-Watan appare inverosimile. La scena è fissata al 2 luglio, «poche ore prima che Morsi tenesse l’ultimo discorso» dopo il quale sarebbe stato posto in stato d’arresto; ma il dialogo sembra già preannunciare gli eventi del giorno successivo, tratto tipico delle ricostruzioni post eventum. Il tono inoltre è artificioso.

La natura propagandistica peraltro non cancella l’interesse del testo. Esso illustra infatti il modo in cui l’esercito vuole sia compreso l’intervento del 3 luglio scorso [2013, NdR]. (Martino Diez)

Al puro caso si deve che al-Watan sia venuta a conoscenza dell’esatto contenuto dell’ultimo dialogo tra il capo di Stato maggiore e ministro della difesa, il generale ‘Abd al-Fattâh al-Sîsî, e il presidente deposto Muhammad Morsi, grazie a uno schermo presente in una delle stanze di un ufficio di comando.

Martedì 2 luglio mi sono recato al comando; tutti gli uffici erano in fermento e lavoravano senza sosta. Ho cercato di mettermi in contatto con uno dei responsabili per sapere che cosa sarebbe successo nelle ore successive, ma nessuno di loro era in grado di fornirmi informazioni. Ho chiesto con insistenza che cosa stesse avvenendo nella stanza chiusa e uno degli ufficiali presenti nell’ufficio, che mi aveva fatto accomodare, mi ha risposto: «Non preoccuparti... Tutto l’Egitto farà festa domani. Se vuoi esserne certo, vieni, ti faccio ascoltare una cosa, ma non la potrai rivelare perché la situazione adesso è molto delicata».

L’ufficiale mi ha accompagnato in una stanza vicina dove c’erano molti schermi e apparecchi audio. Con mia sorpresa su uno degli schermi veniva proiettato l’incontro tra al-Sisi e Morsi, incontro che ha avuto luogo poche ore prima che Morsi tenesse il suo ultimo discorso. Dopo il comunicato dell’esercito letto da al-Sisi mercoledì scorso [3 luglio 2013], ho chiesto il permesso di pubblicare i passi più importanti del dialogo tra al-Sisi e Morsi. Con grandissime difficoltà al-Watan ha ottenuto il consenso. Ecco il testo:

Morsi: L’esercito che posizione ha rispetto a quello che sta succedendo? Resterà a guardare? Non dovrebbe difendere la legalità?

al-Sîsî: Quale legalità? Tutto l’esercito è con la volontà del popolo, e la maggioranza del popolo, secondo rapporti attendibili, non ti vuole.

Morsi: Io... I miei sostenitori sono molti e non resteranno in silenzio.

al-Sîsî: L’esercito non permetterà a nessuno di distruggere il Paese, qualunque cosa succeda.

Morsi: Bene. E se non volessi andarmene?

al-Sîsî: La questione è chiusa, non hai più margine di scelta. Cerca almeno di andartene con dignità e chiedi a quelli che dicono di essere tuoi sostenitori di tornare a casa loro, evitando di versare inutilmente sangue, invece di minacciare il popolo tramite loro.

Morsi: Questo è un colpo di stato militare e l’America non vi lascerà farlo.

al-Sîsî: A noi ci importa del popolo, non dell’America. E visto che usi questi toni, ti dirò anch’io una cosa a chiare lettere. Noi abbiamo delle prove che ti inchiodano e inchiodano molti della leadership governativa per azioni a danno della sicurezza nazionale egiziana. La magistratura dirà la sua su questo e sarete processati davanti a tutto il popolo.

Morsi: Mi permettete almeno di fare un po’ di telefonate e dopo deciderò che fare?

al-Sîsî: Non ti è concesso, ma possiamo farti fare una telefonata a casa per tranquillizzare la tua famiglia.

Morsi: Vuoi dire che sono in arresto o cosa?

al-Sîsî: Da questo momento sei agli arresti domiciliari.

Morsi: Non pensare che i Fratelli se ne staranno zitti se lascio il governo... Metteranno tutto a ferro e fuoco.

al-Sîsî: Lascia solo che provino a fare qualcosa e vedrai la reazione dell’esercito. Quelli che vogliono vivere in modo onorevole, benvenuti. Gli altri, non li lasceremo agire. Non noi scacciamo nessuno, i Fratelli fanno parte del popolo egiziano; non cercare di farli entrare nella vostra sporca guerra... Se gli vuoi bene davvero, rinuncia al governo e falli tornare a casa loro.

Morsi: Io non ho intenzione di andarmene; la gente fuori dall’Egitto è tutta con me e i miei sostenitori non se ne andranno.

al-Sîsî: Questo è il mio consiglio.

Morsi: Bene, allora fai attenzione, sono io che ti ho nominato ministro e posso rimuoverti.

al-Sîsî: Ho preso il ministero della difesa perché tutto l’esercito lo voleva, non perché piacesse a te, e lo sai bene. Non puoi rimuovermi perché sei finito, non hai più alcuna legittimità.

Morsi: Facciamo l’ipotesi che accetti di ritirarmi. Mi lascereste viaggiare all’estero? Mi promettete che non mi mettereste in prigione?

al-Sîsî: Non posso prometterti niente, sarà la giustizia a dire la sua.

Morsi: Beh, se le cose stanno così, vi farò guerra e vediamo chi vincerà.

al-Sîsî: Il popolo, naturalmente, sarà lui a vincere.

A questo punto si è concluso il dialogo, con la frase di al-Sîsî: «Da questo momento sei in arresto». Poche ore dopo questo dialogo al-Sisi ha chiesto all’esercito e alla guardia repubblicana di trasferire Morsi dalla caserma della guardia repubblicana a una delle basi dell’esercito ad alta sicurezza, senza fargli del male finché sarà sottoposto a un giusto processo sulla base delle accuse per diversi crimini.

Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis

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