Una guida ai fatti della settimana nel Mediterraneo allargato e nel mondo musulmano attraverso la stampa internazionale

Ultimo aggiornamento: 25/09/2024 11:42:12

Questo venerdì non ci sarà il consueto Focus settimanale perché domani giovedì 26 settembre Oasis sarà impegnata con la conferenza Guerra e migrazioni. Ripensare i rapporti tra Occidente e mondo musulmano. Oggi appuntamento speciale per raccontare lo scoppio della guerra in Libano. 

 

Dopo i cercapersone, i walkie talkie e la decapitazione della Forza Radwan, è il tempo dei missili e delle bombe in quantità massiccia. Israele ha dato il via a una nuova fase della guerra: lo avevamo scritto la settimana scorsa, riportando le frasi del ministro della Difesa Yoav Gallant, e anche la precedente, quando dopo il massacro di Mawasi era emerso come il conflitto stesse cambiando direzione. L’offensiva israeliana in Libano, che ha tutti i connotati della guerra aperta, non è dunque un evento inatteso. Ma al tempo stesso non può lasciare indifferenti, non fosse altro che per l’entità dell’assalto: in poche ore più di 500 persone hanno perso la vita, mentre sono almeno 1600 i feriti. Tra questi, secondo L’Orient-Le Jour, ci sono poi almeno 35 bambini. Anche il conteggio preciso è complicato e in aggiornamento, ma basta pensare che nei 33 giorni di guerra del 2006 il Libano ha registrato in totale 1200 morti, poco più del doppio di quelli che si sono contati soltanto lunedì e martedì. Dal canto suo, Hezbollah risponde con il lancio di missili e razzi sul nord di Israele. Di nuovo, due domande emergono prepotentemente: siamo alla resa dei conti tra Israele ed Hezbollah? Con quali obiettivi si sta muovendo lo Stato ebraico?

Come indicato dalle autorità israeliane, che hanno invitato i cittadini libanesi a lasciare le zone interessate dai bombardamenti, anche case e infrastrutture civili sono obiettivi degli attacchi: Hezbollah, ha detto il portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano, usa queste aree per nascondere armi e missili, che dunque sono ritenute obiettivi legittimi. Netanyahu ha rincarato la dose: come già fatto con Hamas soprattutto nelle fasi iniziali dell’offensiva su Gaza, il primo mincontinua a leggere

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