Farag Foda nacque nella provincia di Damietta nel 1945. Conseguì il dottorato in agronomia all’università ‘Ayn Shams del Cairo e negli anni Ottanta divenne famoso per una serie di pubblicazioni e dispute pubbliche in cui sostenne la necessità di separare religione e Stato, polemizzando con la presenza sempre più pervasiva dell’Islam politico. Nel 1986 il mufti dell’organizzazione terroristica Gamâ‘a Islâmiyya lo condannò come apostata e nel 1992 il fronte degli ulema di al-Azhar lo dichiarò miscredente.
Fu assassinato poco dopo al Cairo, nel giugno 1992, a opera di due islamisti mentre usciva dal suo ufficio. Gli assassini, al processo, dichiararono di non aver mai letto neppure una riga dei libri di Foda, ma che avevano agito in applicazione della fatwa del 1986. In favore degli imputati intervenne in aula il famoso predicatore neo-salafita Muhammad al-Ghazali, il quale dichiarò testualmente: «Farag Foda, per quanto ha detto e fatto, era un apostata. E l’apostata può essere ucciso senza sanzioni». Anche l’allora Guida Suprema dei Fratelli Musulmani approvò l’uccisione, mentre il presidente del fronte degli ulema di al-Azhar, in un libro dal titolo Chi ha ucciso Farag Foda?, scrisse: «A uccidere Farag Foda è stato Farag Foda stesso».
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