TERZA ANNUALITÀ DEL PIANO TRIENNALE DI RICERCA “Il dovere dell’identità, il coraggio dell’alterità” realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cariplo
Ultimo aggiornamento: 07/02/2025 16:00:58
Nel 2022, la Fondazione Internazionale Oasis ha indagato la questione della collocazione mediterranea dell’Italia. In continuità con questa riflessione, il progetto di ricerca che Oasis ha realizzato nel 2023 puntava ad analizzare i rapporti tra Occidente e mondo musulmano anche alla luce della guerra in Ucraina. Come scrivevamo nella presentazione del progetto, il conflitto nell’area del Mar Nero ha infatti avuto profonde ricadute sul Mediterraneo allargato, restituendo ai Paesi esportatori di idrocarburi una centralità geopolitica che la pandemia e i progetti di transizione energetica sembravano aver messo in discussione. Allo stesso tempo, però, la guerra in Ucraina ha anche fatto emergere una divaricazione crescente tra le visioni del mondo delle due sponde del Mare Nostrum. Tale dinamica è stata esasperata dallo scoppio del conflitto a Gaza. Le opinioni pubbliche e diversi governi dei Paesi arabo-musulmani hanno infatti denunciato i doppi standard di europei e americani, pronti ad assistere in ogni modo l’Ucraina ma rimasti sostanzialmente indifferenti di fronte alla sorte dei palestinesi.
Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, anche le istituzioni islamiche internazionali hanno mostrato un’inedita unanimità. Mentre altre tematiche fanno sistematicamente emergere significative differenze di sensibilità teologica e politica tra diverse autorità religiose musulmane, la questione palestinese ha la capacità di creare un fronte islamico unitario. Ad esempio, i vertici della celebre moschea-università di al-Azhar, che in passato erano stati molti critici verso le varie forme di Islam politico e il terrorismo, hanno sostanzialmente difeso l’operato di Hamas, denunciando con forza il sostegno occidentale a Israele. Le votazioni svoltesi alle Nazioni Unite sulla guerra in corso a Gaza hanno intanto evidenziato una frattura sempre più profonda tra l’Occidente e il cosiddetto Sud globale.
A ciò si aggiungono le tensioni derivanti dal fenomeno migratorio. Già nel 2022, i commentatori musulmani avevano messo in rilievo il divario tra la calorosa accoglienza riservata dagli europei ai profughi ucraini e la chiusura nei confronti dei migranti extra-europei. I naufragi verificatisi nel 2023 al largo delle coste italiane e di quelle greche hanno ulteriormente acuito questa percezione. La vittoria in Olanda di un partito dichiaratamente anti-migranti e il dibattito in Francia intorno a una legge sull’immigrazione molto restrittiva vanno nella stessa direzione e segnalano che, con ogni probabilità, la questione sarà uno dei temi della campagna elettorale per le elezioni europee del 2024.
Anche in questo contesto di crescente allontanamento tra le due sponde del Mediterraneo, non mancano le sfide cui cristiani e musulmani sono chiamati a rispondere insieme. Una di queste è rappresentata proprio dalle migrazioni che interessano il Mare Nostrum. Come Oasis ha sottolineato nell’appello lanciato nel marzo 2023 in seguito al naufragio al largo di Cutro, «la maggior parte degli emigranti che cercano di raggiungere l’Europa sono persone di fede cristiana o musulmana, i territori nei quali transitano hanno una significativa presenza cristiana o musulmana e i luoghi da cui s’imbarcano sono perlopiù Paesi a maggioranza musulmana»[1]. Pensare di governare tale realtà alimentando la frattura tra le due comunità religiose è una pericolosa illusione.
Cristiani e musulmani sono anche chiamati a collaborare alla sfida epocale del cambiamento climatico. Il Mediterraneo è infatti una delle regioni più toccate da questo fenomeno, mentre l’ecologia, opportunamente intesa, può costituire un ambito di feconda collaborazione tra cristiani e musulmani.
Per Oasis, riflettere su questi temi nel 2024 ha un valore particolare. Quest’anno ricorre infatti il ventesimo anniversario dalla sua creazione. Nel 2004, la nascita di Oasis rispondeva anche alla necessità di favorire la comprensione reciproca tra cristiani e musulmani in un’epoca segnata dal terrorismo jihadista. Oggi, quella necessità non è venuta meno. La crisi di Gaza rischia infatti di compromettere gli sforzi compiuti, mentre i rapporti tra Occidente e mondo musulmano sono condizionati da nuove emergenze e da un panorama geopolitico radicalmente mutato.
Le linee di ricerca del progetto
A partire da queste considerazioni, e in continuità con il progetto realizzato nel 2023, la ricerca del 2024 si è concentrata in particolare su tre linee di ricerca:
1) La crisi mediorientale e le sue ripercussioni sull’Europa
2) La dimensione culturale del fenomeno migratorio
3) L’impatto degli sviluppi tecnologici come cantiere condiviso tra cristiani e musulmani
Gli articoli di approfondimento pubblicati sul sito di Oasis, il focus attualità settimanale, la rassegna dalla stampa araba, la conferenza internazionale svoltasi a Milano (integralmente disponibile sul canale YouTube) e la conferenza svoltasi alla Abrahamic Family House di Abu Dhabi dal titolo Wisdom across traditions: a legacy from the past, a guarantee for the future rappresentano i principali output del progetto di ricerca.
[1] Affrontiamo insieme la realtà dei migranti, 2 marzo 2023, https://www.oasiscenter.eu/it/appello-islamo-cristiano-affrontiamo-insieme-la-realta-dei-migranti