Amore, eternità e il potere della poesia sono alcuni dei temi cantati dai concorrenti di un talent di successo
Ultimo aggiornamento: 15/03/2024 12:08:11
Eyad Hakami è il nuovo Principe dei poeti, incoronato al termine della settima edizione del programma televisivo di Abu Dhabi, Prince of Poets, che si è conclusa ad aprile. Il giovane saudita è originario della città portuale di Jizan, nella regione sud-occidentale della penisola arabica, al confine con lo Yemen, sulla costa del mar Rosso. A partire dal 2012 Eyad ha pubblicato diverse raccolte di poesie tra cui ‘Alā iqā‘ al-mā’ [Sul ritmo dell’acqua] nel 2012, Zalla li-l-qasīda sadan li-l-jasad [Alla poesia rimane un’eco nel corpo] nel 2014, e 100 Qasīda li-ummī [Cento poesie per mia madre] nel 2015.
Nel 2012 il Principe dei poeti ha vinto inoltre il Okaz Youth Poet Award, uno dei dodici premi conferiti dal Souk Okaz, che oltre a essere tra i più importanti luoghi turistici del regno saudita, premia ogni anno i migliori talenti culturali, educativi e creativi.
Di seguito presentiamo la traduzione della poesia declamata nel corso dell’ultima puntata di Prince of Poets. Il breve testo poetico - secondo la lettura data dai giudici del programma - descrive il momento della transizione dalla fase dell’innocenza a quella della conoscenza, il passaggio dalla natura alla civilizzazione. Facendo riferimento ai quattro elementi naturali (terra, acqua, fuoco, e aria), il poeta descrive la Vita, dalla sua creazione nel primo uomo, Adamo, alla sua fine: la morte dell’amore.
I reduci dai loro riflessi
Quando Adamo recitò i suoi nomi,1
non eravamo che una manciata d’innocenza.
Il sangue celeste non aveva colore,
prima che le tenebre ne ferissero il cielo.
Il cuore di polvere palpitava come un fiume,
il nostro fuoco non sapeva spegnerne le acque.
Il volto della Vita era un bambino
e la luce di Dio proteggeva canto e pianto.
Ma poi la morte calò sugli alberi dello spirito,
gettando le sue nudità sulle ombre.
Forse nel vivere c’era una possibilità,
per chi era distante e da lungo tempo ne conosceva le asperità.
L’amore ci volle, prima di nascere in noi:
A noi, ora che è morto, volerlo.
Fonte: http://www.ahram.org.eg/NewsPrint/592175.aspx
Dall’edizione VI (2015) del Principe dei poeti
Autore: @HaidarAlabdulla
Haydar al-‘Abdullāh è stato il più giovane poeta dilettante ad aver ottenuto il titolo di Principe dei Poeti: nel 2015, a soli venticinque anni, è risultato vincitore della VI edizione del celebre talent show culturale arabo in onda sul canale televisivo Abu Dhabi TV; già nel 2013 aveva ottenuto il premio Okaz Youth Poet Awards. Da allora ha pubblicato diverse raccolte di poesie, tra cui la più recente Ramla taghsilu al-miyāh [Sabbia che lava l’acqua] 2017.
Segue la traduzione dell’ode presentata nella puntata conclusiva della competizione Prince of Poets.
Un bacio sulle labbra della poesia
Come un lattante anela al seno della madre,
così la parola ti seduce, l’ispirazione ti dà la caccia.
La tua prima poesia giace ormai distante:
oberata dalla sforzo, e dalla ricerca incessante.
Ma se il deserto ti ha donato il suo spirito,
resterai un profeta della metafora, un mistico pastore.
Abu Dhabi ti manda il suo bacio di marmo e ti dice:
«Vieni qui, cerbiatto!2
Con il tuo cuore che trasuda pianto, anche se a volte assetato,
con le tue vesti trasparenti, anche se adorne di ricami.
Volgiti alla tua Layla e chiedi della passione:
si può forse imporre la passione o proibire?»
Ho sollevato la mia veste come Bilqīs,3 camminando
sul latte delle rocce, consapevolmente inconsapevole.
La bacio come la sabbia bacia un gelso,
la bagno come l’acqua stanca di correre.
E dietro di lei proseguo il mio peregrinare verso l’eternità;
la mia poesia ha ancora tanta strada da fare.
Saluti, Abu Dhabi! Me ne andrò perché
io sono il flauto e i flauti suonano l’addio. 4
Min. 16.29 -20.00 https://www.youtube.com/watch?v=5fG9f5H8Ju8
Testo in arabo: http://alqasidah.com/dish51.php?item=qobla3lafmqsidah
Note
1 «E [Dio] insegnò ad Adamo i nomi di tutte le cose» (Cor. 2, 31).
2 In arabo Abu Dhabi significa letteralmente “il padre dei cerbiatti”, di qui il gioco di parole.
3 Bilqīs è il nome che la tradizione araba attribuisce alla Regina di Saba, protagonista di una parte della sura 27 del Corano. «Le fu detto: “Entra nel palazzo”. Quando lo vide, credette che fosse un'acqua profonda e si scoprì le gambe. [Allora Salomone] disse: “È un palazzo lastricato di cristallo”. Disse [quella]: “Signore! Sono stata ingiusta nei miei stessi confronti. Mi sottometto con Salomone ad Allah, Signore dei mondi”» (Cor. 27,44).
4 In arabo c’è un gioco di parole tra nay (“flauto”) e na’y (separazione, distanza).