Il nuovo, discusso, presidente del Paese-arcipelago ha varato una serie di ingenti programmi di assistenza sociale gestiti direttamente dalla forze armate. Il tasso di approvazione nei suoi confronti è molto alto, ma i suoi provvedimenti rischiano di essere poco sostenibili.
Ultimo aggiornamento: 24/02/2025 12:39:57
Da quando il generale Prabowo Subianto ha assunto l’incarico di presidente in Indonesia, sono aumentate le preoccupazioni riguardo alle interferenze dei militari negli affari civili. Ex comandante delle forze speciali dell’esercito – chiamate Kopassus – e genero del dittatore Suharto, che governò il Paese tra il 1967 e il 1998, Prabowo ha vinto la corsa presidenziale lo scorso anno, al terzo tentativo, dopo dieci anni di governo di Joko Widodo, meglio conosciuto in Indonesia come Jokowi.
Accusato di violazioni dei diritti umani per la repressione violenta dei movimenti indipendentisti in Papua Nuova Guinea e in Timor Est negli anni ’80 e ’90, durante l’ultima campagna elettorale l’ex generale è riuscito a proiettare un’immagine rassicurante, anche grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che l’ha reso “gemoy” (carino e coccoloso) soprattutto nei confronti degli elettori più giovani che non hanno conosciuto direttamente il regime del Nuovo ordine di Suharto.
Ma a pochi mesi dall’inizio del mandato – l’inaugurazione presidenziale è avvenuta il 20 ottobre 20204 – la patina di leader moderato e carismatico è venuta meno. Il 9 febbraio Prabowo ha nominato il maggiore generale Novi Helmy Prasetya amministratore delegato di Bulog, la società che in Indonesia si occupa dell’approvvigionamento alimentare, e in particolare delle importazioni di riso. Per la prima volta dai tempi di Suharto, un militare torna a ricoprire questo incarico, generando forti preoccupazioni tra i difensori dei diritti umani, che hanno sottolineato come la decisione violi le leggi militari dell’Indonesia, in base alle quali un ufficiale in servizio attivo non può ricoprire incarichi civili presso istituzioni nazionali in settori quali la difesa, la sicurezza, l’intelligence e la risposta alle emergenze ambientali.
Ma la nomina di Novi Helmy Prasetya, un importante punto programmatico su cui Prabowo ha fatto leva durante tutta la campagna elettorale e giustificata come una mossa essenziale per il raggiungimento dell’autosufficienza alimentare, non è un caso isolato: il colonnello dell’aeronautica militare, Satrya Dharma Wijaya, è stato messo a capo di un programma da 28 miliardi di dollari che ha lo scopo di fornire pasti gratuiti a tutti i bambini indonesiani, un altro cavallo di battaglia elettorale di Prabowo. I pasti dovranno essere sfornati dalle basi militari della capitale, Jakarta: in collaborazione con la neonata Agenzia nazionale per la nutrizione, le forze armate hanno preso in gestione 100 cucine su 190 per la realizzazione del programma.
Altri progetti che vedono il coinvolgimento delle basi militari sono in corso di realizzazione: a fine gennaio il capo dell’esercito, il generale Maruli Simanjuntak, aveva dichiarato che 100 unità speciali sarebbero state sottoposte alla formazione per lo “sviluppo territoriale” in settori quali l’agricoltura, la pesca e l’allevamento. Un programma avviato quando Prabowo era ministro della Difesa durante l’amministrazione Widodo e che prevedeva il disboscamento di 60.000 ettari di terreno per la creazione di campi agricoli è stato ampliato per arrivare a tre milioni di ettari (un’area grande quanto il Belgio), mentre all’aeronautica è stato ordinato di convertire i terreni inutilizzati in campi di riso e mais. I prodotti serviranno a comporre i pasti gratuiti per i bambini.
Si tratta di misure che sembrano rispecchiare la dottrina “dwifungsi” (doppia funzione) messa in atto da Suharto durante la dittatura, terminata nel 1998, e che aveva permesso all’esercito di dominare tutti gli aspetti della vita pubblica, epurando gli oppositori politici. Al tempo ai militari erano anche state affidate una serie di attività economiche che hanno poi condotto il Paese sull’orlo della bancarotta, una preoccupazione non del tutto superata oggi, non tanto per le ingerenze militari in campo economico, quanto per la spesa pubblica necessaria per coprire tutta una serie di programmi sociali varati negli ultimi mesi.
Per alcuni giorni, a partire dal 17 febbraio, migliaia di studenti sono scesi in piazza in segno di protesta contro la decisione dell’esecutivo di tagliare il bilancio di diversi ministeri per recuperare, secondo Prabowo, quasi 19 miliardi di euro per finanziare i programmi di punta del presidente, tra cui quello dei pasti gratuiti. Gli universitari, coordinati dall’All-Indonesia Association of University Student Executive Bodies (o BEM SI), hanno avanzato una serie di richieste, tra cui la rimozione dei militari dagli incarichi civili, l’abrogazione di una legge che dà in gestione le concessioni minerarie a diversi enti, incluse le organizzazioni religiose (una proposta che la Chiesa cattolica ha rifiutato) e la sospensione delle misure di austerità imposte ai ministeri, che nel settore dell’istruzione farebbero aumentare le tasse universitarie e ridurrebbero le borse di studio. I manifestanti hanno scelto come slogan “Indonesia Gelap”, che significa “Indonesia oscura”, in contrapposizione con l’“Indonesia Emas”, l’“Indonesia dorata” ventilata da Prabowo, che intende trasformare il Paese in una nazione sviluppata entro il 2045.
Nonostante le rassicurazioni dello stesso capo dell’esercito Simanjuntak, il quale ha garantito che le misure di Prabowo non segnano un ritorno al “Nuove ordine”, diversi osservatori temono che nel prossimo futuro ai vertici militari possano essere assegnati anche i principali dicasteri. La mossa richiederebbe una modifica legislativa, e questa potrebbe essere discussa in Parlamento nei prossimi mesi, in base a quanto anticipato da alcuni deputati parte della coalizione di Prabowo, che controlla il 74% dei seggi. I primi segnali di una crescente militarizzazione dell’esecutivo, in realtà, si erano già avuti dopo la creazione del gabinetto di governo, quando tutti i ministri, i sottosegretari e alcuni vertici aziendali (per un totale di oltre 100 persone) avevano partecipato a un training militare a Magelang, dove sorge l’accademia militare in cui negli anni ‘70 si diplomò Prabowo.
Oltre a essere coinvolte in una serie di opere civili (oltre a quelle già citate ricordiamo anche la posa di tubi d'acqua per l'irrigazione delle aree remote), le forze armate indonesiane a novembre sono state impegnate anche in una serie di nuove esercitazioni congiunte con l’Australia e la Russia (oltre a quelle periodiche già avviate con gli Stati Uniti e altri partner), a conferma del crescente attivismo in politica estera che aveva caratterizzato l’Indonesia già durante l’amministrazione Widodo. Nonostante l’attenzione della stampa internazionale si sia concentrata sulle operazioni che la Marina indonesiana ha svolto con Mosca (che tuttavia erano programmate dal 2018), negli ultimi anni Jakarta non ha trascurato di approfondire i legami di difesa con i Paesi occidentali. Peraltro, Prabowo ha più volte dichiarato di essere intenzionato a mantenere una politica di non allineamento nello scenario internazionale. Quando Donald Trump è stato eletto presidente, Prabowo ha diffuso sui propri social un video in cui lo si vede telefonare al tycoon e congratularsi calorosamente con lui mentre si trova a Washington per un incontro con Joe Biden. Pochi giorni prima Prabowo era a Pechino da Xi Jinping e nel video della chiamata si vede chiaramente il quotidiano China Daily. Per molti analisti non si è trattato di una svista, ma di un messaggio implicito. A gennaio l’Indonesia ha anche annunciato l’ingresso nei Brics, segnando ancora una volta un tentativo di rafforzare il proprio ruolo all’interno del Sud globale.
Ma a livello internazionale la nuova amministrazione si è poi (forse addirittura involontariamente) sbilanciata verso la Cina: mentre si trovava ancora a Pechino, Prabowo ha firmato un accordo di cooperazione sul Mar cinese meridionale, una questione che preoccupa anche gli altri Paesi del sud-est asiatico, nonostante gli stretti legami economici con Pechino. Nella dichiarazione congiunta diffusa dopo l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping, Prabowo ha sottolineato che i due Paesi avevano «raggiunto un’importante intesa sullo sviluppo congiunto nelle aree di coincidenti rivendicazioni». Proprio in questa formulazione inedita sta il problema: prima di allora l’Indonesia non aveva mai riconosciuto la possibilità che la propria zona economica esclusiva potesse essere rivendicata da Pechino, ma aveva semplicemente continuato a esercitare la propria sovranità evitando – per quanto possibile – le rivendicazioni cinesi. Anche se in un secondo momento il ministro degli Esteri indonesiano si è affrettato a dire che la posizione di Jakarta in merito al Mar cinese meridionale non è cambiata, alcuni temono che l’Indonesia possa in qualche modo aver regalato una vittoria a Pechino.
Sul fronte interno, ancora prima dell’assunzione dell’incarico Prabowo aveva promesso di proseguire alcuni programmi di Widodo, nel 2014 e nel 2019 suo avversario politico (ai tempi l’ex generale aveva addirittura rifiutato i risultati delle votazioni ventilando brogli elettorali che non sono mai stati confermati), tra cui il trasferimento della capitale da Jakarta (fortemente inquinata, congestionata dal traffico e minacciata dall’innalzamento del livello del mare) a Nusantara, città costruita dal nulla nella foresta pluviale del Borneo. Il progetto, però, non è riuscito ad attrarre un numero sufficiente di investitori e al momento è bloccato a causa della mancanza di fondi. Anche la sostenibilità di diversi programmi di assistenza sociale ha generato perplessità, tanto che secondo le stime servirebbero oltre 500.000 miliardi di rupie (quasi 31 miliardi di dollari) per renderli operativi Secondo la rivista indonesiana Tempo, alcuni deputati vorrebbero proporre di sostituire il governatore della Banca centrale per avere maggiore sostegno nel finanziamento delle politiche del presidente, ma alcuni parlamentari del partito al governo hanno smentito le voci.
Nonostante alcuni cambi di direzione messi in atto da Prabowo rispetto a Jokowi, l’ascesa dell’ex generale era stata in realtà favorita dallo stesso ex presidente, che ha permesso la candidatura a vicepresidente del figlio maggiore Gibran Rakabuming Raka, nonostante questi non avesse l’età per ricoprire l’incarico (il giudice che ha confermato il provvedimento è cognato di Widodo e zio di Gibran). In questo modo, a prescindere dalla direzione che prenderà il governo guidato da Prabowo, l’ex presidente, costituzionalmente impossibilitato a candidarsi per un terzo mandato, potrà comunque mantenere una certa influenza sull’esecutivo. Ma anche questa vicenda aveva alimentato preoccupazioni sulla tenuta democratica dell’Indonesia.
Nonostante ciò, un sondaggio nazionale diffuso a fine gennaio sui primi 100 giorni in carica di Prabowo ha mostrato un tasso di approvazione superiore all’80% nei confronti dell’ex generale. I prezzi sono rimasti stabili e lo sviluppo infrastrutturale, seppur con dei rallentamenti, sta continuando. Resta il dubbio su come sarà possibile finanziare tutti i programmi di assistenza sociale varati dal nuovo presidente (non da ultimo anche un programma di check-up sanitari gratuiti per tutta la popolazione del costo di 183 milioni di dollari) e sulla possibilità che una contrazione della democrazia finisca per minare anche la stabilità del Paese.
Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis
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