Una guida ai fatti della settimana nel Mediterraneo allargato e nel mondo musulmano attraverso la stampa internazionale
Ultimo aggiornamento: 20/09/2024 18:09:10
«Ho dovuto rimuovere più occhi in una notte di quanti ne abbia rimossi in un’intera carriera». È sufficiente questa frase pronunciata da un oftalmologo di Beirut per comprendere la gravità di quanto avvenuto questa settimana in Libano. Tuttavia, nell’immediato seguito dell’esplosione dei cercapersone prima, e dei walkie talkie poi, alcune fondamentali domande sono emerse. Le più pressanti sono: come è stato possibile che Israele sia riuscito a compiere un’azione del genere (sì, anche se non è ufficiale diamo per assodato che sia opera dell’intelligence israeliana)? Ma soprattutto, perché lo Stato ebraico ha agito proprio ora? E, altra declinazione della precedente domanda, quali saranno le conseguenze di ciò che è avvenuto?
Martedì i cercapersone utilizzati dai membri di Hezbollah e dalle persone vicine al Partito di Dio hanno cominciato, simultaneamente, a esplodere. L’ultimo bilancio parla di 12 morti, tra i quali due bambini, e circa 3000 feriti ma molti di questi, come si evince dalla frase con cui abbiamo aperto questo focus attualità, resteranno ciechi, o comunque per lungo tempo inabilitati a imbracciare le armi. È significativo, inoltre, che tra le persone che hanno perso un occhio figuri anche l’ambasciatore iraniano in Libano, il quale, dunque, era in possesso della strumentazione appositamente dedicata alle comunicazioni con Hezbollah. Un segreto di pulcinella, certo, ma non è mai piacevole essere colti in flagrante.