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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:52:26

Autore: S. Belardinelli Titolo: Contro la paura. L'occidente, le radici cristiane e la sfida Editore: Liberal Edizioni, Roma 2005 In questo volume Sergio Belardinelli, professore di Sociologia dei processi culturali e di Sociologia politica all'Università di Bologna, riflette su alcuni dei problemi più urgenti con cui le società occidentali sono oggi chiamate a confrontarsi, come il rapporto tra religioni e civiltà, le dinamiche culturali dei processi di globalizzazione, il multiculturalismo, le radici religiose dell'ethos occidentale. In appendice all'opera sono raccolte le interviste che lo stesso Belardinelli ha realizzato con il Patriarca di Venezia Angelo Scola, l'Arcivescovo di Vienna Cristopher Schönborn, l'Arcivescovo di Hong Kong Joseph Zen e il Vescovo di Tunisi Fouad Twal, vescovi alla guida di diocesi particolarmente significative sia dal punto di vista storico sia dal punto di vista simbolico. Il titolo sintetizza l'atteggiamento che fa da filo conduttore alle riflessioni presenti nel volume, un atteggiamento che non si lascia sedurre da facili irenismi ma non cede neanche ad un catastrofismo paralizzante. Secondo i più pessimisti, l'occidente, vittima di problemi interni e di minacce esterne, sarebbe attraversato da una crisi irreversibile che lo starebbe conducendo al definitivo tramonto. Per fronteggiare le molte sfide con cui è chiamato a confrontarsi e per superare le paure che il momento attuale può provocare, occorre che le radici cristiane che hanno dato forma all'occidente non siano considerate una fastidiosa eredità, ma neanche un reperto archeologico o una bandiera che sventola su una fortezza abbattuta. Per Belardinelli solo un ritorno vitale a questo grande patrimonio costituisce un antidoto valido contro lo spaesamento che sembra assediare la vita nelle nostre società. Particolarmente significativi appaiono due capitoli, intitolati La religione nell'epoca della globalizzazione e L'enigma dell'altro, che offrono spunti preziosi per una fondazione teorica del concetto di incontro culturale. Benché la tesi dello scontro di civiltà non sia adeguata a descrivere le situazioni di conflitto diffuse oggi su scala globale, bisogna comunque riconoscere che un dialogo interculturale preso sul serio implica necessariamente un certo tasso di conflittualità. L'incontro tra culture non può assumere i tratti di una assimilazione o di un inevitabile scontro (assolutizzazione della dimensione comunitaria) ma neanche quelli di una disincantata indifferenza (assolutizzazione della dimensione universalista). Il disorientamento non produce apertura, può invece produrre timore, incapacità di comprendere chi è l'altro e preparare il terreno e chiusure e intolleranze. Le tesi secondo cui «tutte le culture sono su un piano di sostanziale equivalenza» e «solo una cultura ha valore universale», sono le facce opposte di una stessa medaglia che può volgersi da una parte o dall'altra in modo più repentino di quanto si possa pensare. Gli uomini per loro natura portano dentro di sé una inestirpabile esigenza di significati e di certezze e la storia mostra come anche nei momenti di maggiore anomia e apatia questa esigenza continui a covare sotto la cenere, pronta a riaccendersi nei modi più imprevisti. In conclusione, la tesi fondamentale del volume è che «nell'incontro con l'altro noi possiamo scoprire non soltanto i nostri limiti, ma anche i tesori che si nascondono nella nostra cultura ai quali avevamo smesso di pensare o magari non avevamo mai pensato prima» (p. 34). Prestando fede a questa convinzione, il presente, come traspare anche dalle interviste che chiudono il volume, può essere vissuto come un momento in cui le pur gravi preoccupazioni per il destino dell'umanità non possono offuscare la speranza che l'occidente sia capace di riscoprire la sua anima più profonda, un'anima capace di dare significato all'esistenza personale e alla relazione con l'altro, una necessità che, oggi più che mai, può diventare anche una virtù.

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