Cosa significa e dove si origina la laicità alla francese
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:52:54
Recensione di Rapporto sulla laicità. Il testo della commissione francese Stasi, Libri Scheiwiller, Milano. Prefazione S. Romano Postfazione: E. Bianchi.
La Commissione propone di inserire in un testo di legge relativo alla laicità una disposizione valida per le scuole, che reciti:
«è vietato ogni abbigliamento o segno che renda manifesta la propria appartenenza religiosa o politica»; «abbigliamento e segni religiosi ostentatori, come le grandi croci, il velo islamico e la kippà»
Sono permessi invece perché «discreti», «medaglie, piccole croci, stelle di David, Mani di Fatima o piccoli Corani». «Tale proposta deve essere intesa come un promozione dell'integrazione. Non si tratta infatti di porre un veto, ma di stabilire una regola della vita comune» (pp. 75-76). Da queste righe si possono ricavare i contenuti e le motivazioni fondamentali che la Commissione di riflessione sul principio di laicità nella Repubblica, voluta dal Presidente Chirac, ha proposto come ispirazione di una nuova legge - poi approvata dal Parlamento francese nel 2004 - sull'utilizzo dei simboli religiosi nelle scuole.
La posta in gioco è il processo di integrazione tra culture e religioni, che la Commissione riconosce attraversare una fase difficile, caratterizzata dal prevalere di forme comunitarie che tendono a chiudersi su se stesse; il principio risolutore invocato è quello di «laicità», «quale valore fondante del patto repubblicano» (p. 87) e «principio fondante la scuola» (p. 67). La laicità è infatti il filo rosso della tradizione francese postrivoluzionaria in materia di rapporti tra Stato e Chiese, culminata nella legge di separazione del 1905.
La laicità «si basa su tre valori indissociabili: libertà di coscienza, eguaglianza nel diritto alle opzioni spirituali e religiose, neutralità del potere politico» (p. 19). Il discorso del Rapporto è solcato da profonda ambiguità. La questione centrale si addensa nell'uso dell'idea di "neutralità", che da un lato significa non preferenzialità e non ingerenza in campo religioso; ma dall'altro tende anche alla neutralizzazione del religioso nel sociale, come (preteso) modo di realizzazione del "bene comune" (cfr. p. 19) e garanzia dell'unità nazionale repubblicana.
Ma come è osservato nelle ottime osservazioni inviate dal Gran Rabbino di Francia J. Sitruk al Presidente Chirac e riportate in appendice al volume «la società non è laica» e «la laicità è un impegno al pluralismo», non alla neutralizzazione della società. E quindi, se lo Stato per poter svolgere le sue funzioni necessita di non assumere alcuna identificazione religiosa, non per questo è motivato all'indifferenza nei confronti delle realtà religiose riconosciute, sia come aiuto dato all'esercizio concreto della libertà religiosa e sue espressioni storiche, sia come riconoscimento ed anche sostegno alle opere che le tradizioni religiose compiono con evidente vantaggio del bene comune: «lo Stato - scrive Sitruk - è nella posizione di sapere bene quali sono i grandi vantaggi che gli derivano, ad esempio, dalle opere di beneficenza gestite dalle religioni» e che «le religioni promuovono valori oggettivi, considerati essenziali e prioritari per lo sviluppo dell'intera società» (pp. 103-4).
Non è dunque con la riduzione all'invisibilità delle differenze religiose - quasi riducendone il problema ad una questione di "ordine pubblico" - che è sensatamente possibile gestire la relazione tra pluralità religiosa e unità sociale. Come non notare la sorprendente fiducia illuministica che caratterizza l'orizzonte culturale del Rapporto? Come se la francofortese Dialettica dell'Illuminismo non fosse mai stata scritta; come se il più recente dibattito tra neoliberalismo e neocomunitarismo non fosse mai avvenuto.
Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis
Per citare questo articolo
Riferimento al formato cartaceo:
Francesco Botturi, Se neutralità vuole dire neutralizzazione, «Oasis», anno I, n. 1, gennaio 2005, p. 80.
Riferimento al formato digitale:
Francesco Botturi, Se neutralità vuole dire neutralizzazione, «Oasis» [online], pubblicato il 1 gennaio 2005, URL: https://www.oasiscenter.eu/it/laicita-in-francia-significato-origine.