Una guida ai fatti della settimana nel Mediterraneo allargato e nel mondo musulmano attraverso la stampa internazionale

Ultimo aggiornamento: 12/07/2024 16:00:38

Il nuovo presidente iraniano è Masoud Pezeshkian. Il candidato riformista ha ottenuto il 53,7% dei voti, circa tre milioni di preferenze in più rispetto al radicale Saeed Jalili. Un risultato ottenuto grazie anche a un incremento dell’affluenza, che è passata da poco meno del 40% del primo turno al 49,8% del ballottaggio. La vittoria di Pezeshkian segna il ritorno di un riformista alla carica di Presidente della Repubblica a quasi 20 anni dalla fine della presidenza di Muhammad Khatami, e di un laico dai tempi di Mahmoud Ahmadinejad. La campagna elettorale del neopresidente è stata caratterizzata dalla volontà di avere migliori relazioni con l’Occidente e di allentare le restrizioni sociali. Ma quanto davvero Pezeshkian potrà incidere sulla vita politica iraniana? Come saranno le relazioni con i conservatori che controllano i maggiori centri di potere? E qual è il significato profondo di questo risultato? 

La prima considerazione riguarda, l’abbiamo ripetuto ormai tante volte, l’affluenza: la partecipazione popolare è rimasta bassa, sotto al 50%, segno che molti iraniani ritengono la scelta di non recarsi alle urne una protesta silenziosa contro il regime. Al tempo stesso, però, va registrato l’incremento del 10% rispetto al primo turno, dovuto probabilmente alla paura che Jalili avrebbe portato l’Iran su posizioni ancora più radicali, sia in politica interna che estera. Da questo pcontinua a leggere

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