Una guida ai fatti della settimana nel Mediterraneo allargato e nel mondo musulmano attraverso la stampa internazionale

Ultimo aggiornamento: 06/09/2024 15:42:24

L’uccisione di sei ostaggi da parte di Hamas non ha soltanto rinfocolato le proteste di una parte degli israeliani contro il governo di Benjamin Netanyahu, ma ha anche generato un senso d’urgenza a Washington riguardo alla necessità di raggiungere una tregua che porti al rilascio delle persone ancora detenute dal gruppo islamista, ha scritto il Wall Street Journal. I mediatori americani e arabi hanno lavorato a una proposta più dettagliata delle precedenti che dovrà essere presentata a Israele e Hamas, e che contiene dettagli sullo svolgimento dello scambio ostaggi-prigionieri e sulla presenza dei militari israeliani nel corridoio Philadelphi, la fascia di territorio tra Gaza e l’Egitto. È proprio su questo punto, però, che la situazione diplomatica israeliana si innesta sulla crisi interna allo Stato ebraico, a livello istituzionale prima ancora che politico. Non più tardi di lunedì, infatti, il capo del Mossad David Barnea aveva confermato ai negoziatori a Doha che Israele sosteneva il piano presentato dall’amministrazione Biden e che era pronto a ritirare le truppe dal corridoio, come previsto dalla fase due della proposta americana. In una conferenza stampa di poche ore dopo, però, il primo ministro ha detto l’esatto contrario: Israele deve mantenere una presenza militare nel corridoio Philadelphi per evitare che Hamas riprenda il contrabbando di armi e merci dall’Egitto. Le dichiarazioni del premier israeliano hanno anzitutto riacceso la rabbia dei manifestanti che chiedono il rilascio degli ostaggi, ma hanno avuto almeno altre tre conseguenze.

La prima è lo sconforto dei mediatori. Un diplomatico che ha parlato con Al-Monitor ha dichiarato infatti che «dopo l’uccisione dei sei ostaggi, gli sforzi per un accordo sono stati rinnovati. C’erano buone possibilità di fare progressi [fare progressi, non raggiungere un accordo finale, NdR], ma poi è arrivato Netanyahu e ha rovinato tutto di nuovo». Un’opinione condivisa dal Financial Times: le dichiarazioni di Netanyahu allontanano irreparabilmente la prospettiva di un accordo. Ilcontinua a leggere

Per continuare a leggere acquista abbonamento

Abbonamento sostenitore annuale

Leggi tutto il focus attualità

100€

aggiungi al carrello

Abbonamento base annuale

Leggi tutto il focus attualità

45€

*risparmia 15€ rispetto all'abbonamento mensile

aggiungi al carrello

Abbonamento base mensile

Leggi tutto il focus attualità

5€/al mese

aggiungi al carrello

Oppure effettua il login.

Tags