Il primo episodio del podcast “Il Mediterraneo come destino. I grandi protagonisti del dialogo” è dedicato al “sindaco santo”

Ultimo aggiornamento: 16/02/2024 14:02:56

Una voce, la sua voce. E un messaggio immediato, fulminante. Giorgio La Pira parla a una folta assemblea di ragazzi e dice: “Scusa, tu puoi essere credente o non credente, puoi essere cattolico, protestante, ebreo, ortodosso, maltese…  (i ragazzi ridono ndr) ma non puoi prescindere da questo fatto. Solo perché non sei coinvolto, perché poi sei coinvolto… 1974. Che significa 1974? Da quando contiamo gli anni? Quello è l’evento, il fatto che ha cambiato per sempre la storia del genere umano. Che tu creda o no, non conta nulla. Il fatto è di tali dimensioni, che per la storia quella data è il punto di partenza”. Che emozione ascoltare in questo primo episodio della serie podcast dal titolo Il Mediterraneo come destino: i grandi protagonisti del dialogo, realizzata da WIP Italia per Fondazione internazionale Oasis con il sostegno di Fondazione Cariplo, una testimonianza così forte, così diretta di Giorgio La Pira. Il cristianesimo è un fatto, anzi è il fatto della storia. La registrazione sonora è stata concessa dalla Fondazione Giorgio La Pira di Firenze e si riferisce ad un incontro con i giovani del centro La Vela ed ha una data precisa, questa: 13 agosto 1974. In quell’occasione l’ormai ex sindaco di Firenze ricorda a chi lo ascolta una gita a Roma e come ci avesse tenuto a far visitare a quei giovani il museo dell’Ara Pacis di Augusto, posizionata oggi sul Lungotevere. Dice ancora in quel discorso: “Noi crediamo in Cristo. Crediamo perciò nella Chiesa che Lui ha fondato. Crediamo nella storia che ha un fine. E qual è questo fine? L’unità del mondo, quella che Augusto indicò e Betlemme ha fatto, l’unità di tutti i popoli della terra. Ieri come oggi, sempre, il piano di Dio ha questo unico fine: l’unità. Quindi la pace, il disarmo e la giustizia e la Grazia, cioè la bellezza. Firenze… Gerusalemme… Questo è il fine permanente della storia umana, qualsiasi idea abbiano i capi, le guide o pseudo guide politiche del popolo. Essi, per diritto e per rovescio, si volgono in modo inesorabile, irresistibile verso questo fine. Nonostante quello che possa avvenire di contrasto”.

 

Ascolta "Giorgio La Pira: il mistico che costruiva la pace" su Spreaker.

 

Qui La Pira ha 70 anni, è quasi alla fine della sua avventura terrena: morirà nel 1977. Ma, quasi cinquant’anni dopo, la sua eredità è ancora viva. Il suo messaggio, che, a volte anche fastidiosamente, viene accostato all’aggettivo profetico, ha una grande freschezza. Non solo sul tema della pace ma anche su quello del dialogo interreligioso. In questo racconto che si snoda fra interviste e testimonianze, c’è l’attualità estrema di un evento come I colloqui mediterranei che lo vedono impegnato mentre è Sindaco di Firenze. Il capoluogo toscano diventerà un luogo di dialogo universale: a Palazzo Vecchio arriveranno rappresentanti di Stati e di popoli, leader religiosi e Capi di Stato, andando oltre ogni confine e barriera politico- diplomatica. 

 

A Giorgio La Pira non manca poi il realismo nei rapporti con i leader politici. Punta molto sul carisma nell’incontro ravvicinato, personale, con i grandi della terra. E la sua umiltà non è mai sottomissione. A questo proposito, Patrizia Giunti, presidente della Fondazione, racconta nel podcast un curioso aneddoto che riguarda David Ben Gurion, fondatore e primo premier di Israele, e il presidente egiziano Gamal Abd el-Nasser, che La Pira voleva far incontrare. Mentre il cardinal Gualtiero Bassetti, già presidente dei Vescovi italiani, spiega bene quanto si sia ispirato al “professore” che aveva conosciuto e frequentato, per lanciare i forum ecclesiali intitolati “Mediterraneo frontiera di pace”, che si sono svolti a Bari nel 2020, proprio a Firenze lo scorso anno, e che vedranno di nuovo i Vescovi del Mare nostrum, riuniti con Papa Francesco, a Marsiglia il prossimo settembre.

 

Dice Bassetti nel podcast: “Il Mediterraneo ha una missione particolare anche nella storia di oggi. Perché in fondo le uniche tre religioni che hanno il senso del trascendente sono l’ebraica, la cristiana e la musulmana perché predicano un Dio misericordioso, un Dio Provvidenza. Tutte le altre religioni sono una proiezione dei bisogni dell’uomo. Gli idoli sono creati perché sono proiezioni di necessità umane. Ma il Dio dei cristiani, degli ebrei, dei musulmani è un Dio persona, un essere vivente. Giorgio La Pira diceva che il giorno in cui ci sarà pace su Gerusalemme, che è la sintesi di queste tre religioni, ci sarà pace su tutta la terra. Credo che questa sia una profezia, a cui dobbiamo guardare e per cui dobbiamo lavorare”.

 

In questo primo episodio della nuova serie podcast della Fondazione Oasis c’è anche una storia umana molto significativa. È quella dell’Imam di Firenze Izzedir Elzir, di origine palestinese, nato a Hebron, che racconta di essere approdato, per pregare al venerdì, in un Centro internazionale intitolato a Giorgio La Pira, quando è arrivato, 30 anni fa, giovanissimo a Firenze per cercare lavoro. Racconta Elzir: “Ho cominciato a leggere che cosa aveva scritto Giorgio La Pira. Mi ha molto colpito che lui non ha mai nascosto la sua fede religiosa, anche facendo politica. Perché purtroppo nel mondo arabo islamico, e anche da noi in Europa, si vuole spesso mettere la religione nell’angolo. Con la scusa della separazione, con la scusa della laicità (che ben venga ma non è mai il laicismo che è diventato una nuova religione). Invece La Pira era un credente, profondamente credente, e non lo nascondeva per servire la cosa pubblica. E ho capito che ha ispirato un modello tutto italiano di integrazione”.

 

La vita e l’esempio di Giorgio La Pira sono quanto mai fecondi. Lo spiega bene e con profondità il filosofo Sergio Givone quando dice: “Per La Pira il Mediterraneo non è solo un luogo geografico ma anche un luogo dotato di un alto valore simbolico. È un luogo dell’anima. Un luogo di incontro e anche di scontro naturalmente. Ma dove in gioco anzitutto sono le idee, le cose ultime e quindi è un luogo di pensiero. Questo vale secondo la Pira per ogni punto della Terra tanto che ovunque, in ogni punto geografico, accadono eventi che appartengono alla storia, alla contingenza, quindi alla casualità dell’accadere. Tuttavia, attraverso questi eventi a compiersi è sempre il destino dell’uomo”.

 

In conclusione dell’episodio, il direttore della ricerca di Oasis Michele Brignone sottolinea due grandi lasciti di Giorgio La Pira, che sono oggi di stringente, drammatica attualità: “Il primo è la sua capacità di formulare quelle che lui stesso chiamava delle ipotesi di lavoro: tutta la sua azione è guidata da una visione sovra storica, nel suo caso una visione fortemente permeata di elementi religiosi, teologici addirittura. E in un’epoca di grande appiattimento tecnocratico della politica o di mero scontro tra potenze, è fondamentale recuperare una visione culturale, una visione spirituale anche, capace di guidare le azioni umane. L’altro elemento, che è connesso a questo, è la tensione ideale di Giorgio La Pira: l’idea di agire per un bene più grande, di coinvolgere gli altri, di cooperare con loro in vista di un bene più grande e non solo degli interessi immediati e delle convenienze immediate”.

 

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis
 
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