Il progetto di ricerca della Fondazione Oasis per il 2022-2024, intrapreso grazie al sostegno della Fondazione Cariplo
Ultimo aggiornamento: 14/02/2023 11:15:45
Secondo Fernand Braudel, il Mar Nero era il “cortile” del Mediterraneo. La guerra in Ucraina sembra aver invertito il rapporto tra i due spazi, e di conseguenza il loro ordine di priorità nella politica estera dei Paesi europei. Prima del 24 febbraio 2022, era soprattutto dal Mediterraneo che venivano le sfide più urgenti per l’Europa. Dopo anni in cui la traiettoria dell’Unione europea era stata determinata soprattutto da questioni economiche-finanziarie, gli stravolgimenti politici e sociali verificatisi sulla sponda meridionale del Mediterraneo e i flussi migratori che ne sono derivati avevano infatti costretto molti Paesi del Vecchio Continente a riconsiderare il loro rapporto con l’Africa e il Medio Oriente. Il conflitto in Ucraina sta modificando gli equilibri, spostando verso Est il baricentro politico dell’Europa.
In realtà, i due spazi, quello mediterraneo e quello est-europeo, continuano a essere profondamente legati, come dimostrano le ripercussioni che la guerra lungo il confine orientale dell’Europa orientale sta avendo sulla sponda Sud del Mediterraneo. Innanzitutto diversi Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente dipendono per la loro sicurezza alimentare dalle importazioni di grano dalla Russia e dall’Ucraina. In secondo luogo, la necessità dei Paesi europei di affrancarsi dalla dipendenza energetica da Mosca ha restituito una forte centralità geopolitica ai Paesi arabi (e non solo) esportatori di idrocarburi.
Alla luce di queste considerazioni, il Mediterraneo continua a rappresentare per gli Stati europei, e in particolare per l’Italia, un’area d’interesse primario. Sarebbe tuttavia riduttivo limitare i rapporti tra le due sponde del Mare Nostrum a questioni energetiche e commerciali. Per secoli la sponda sud del Mediterraneo ha rappresentato per l’Europa l’alterità per eccellenza. Oggi quest’alterità interroga gli europei dall’interno. Diversi Stati europei (e l’Italia in primis), infatti, devono fare i conti con una presenza araba e musulmana in crescita e politicamente rilevante, che contribuisce a mettere in discussione i modelli di convivenza e i principi che per decenni hanno regolato la sfera pubblica dell’Occidente. Migrazioni e presenza musulmana chiamano inoltre in causa i rapporti tra Stati europei e Stati della sponda Sud del Mediterraneo. Questi ultimi non solo usano i flussi migratori come strumento politico, ma tendono a proiettare la propria influenza in Europa attraverso le diaspore e proponendosi come partner nella gestione dell’Islam.
Più che un semplice problema di ordine pubblico, il fenomeno islamico coinvolge dunque una pluralità di dimensioni, dalle relazioni tra Stati all’identità dell’Europa. In questo senso, il Mediterraneo non è soltanto una delle frontiere del Vecchio Continente, ma una sua dimensione interna.
Inoltre, la conferma della rilevanza del Mediterraneo si colloca in uno scenario profondamente mutato. Gli ultimi decenni hanno visto crescere il protagonismo o l’assertività di nuovi attori: la Turchia ha notevolmente aumentato la sua capacità di proiezione esterna, mentre l’importanza della Russia si estende ben oltre i confini orientali dell’Europa. Per converso alcuni Stati, come la Libia e la Tunisia, sono collassati o si trovano in preoccupanti impasse, mentre è diminuita la capacità dei Paesi europei di incidere sull’area. Parallelamente a questi fenomeni si è dilatato il concetto stesso di Mediterraneo in quanto categoria geopolitica. Non si capiscono infatti le dinamiche che attraversano questo quadrante se non si tiene conto dei processi che avvengono nel Sahel o nel Golfo. Al contempo, è lo stesso spazio fisico a cambiare per effetto dei mutamenti climatici e della crisi ecologica, un fenomeno che sta già avendo un forte impatto in termini di migrazioni.
Per riflettere su questi fenomeni, nel 2022 la Fondazione Oasis ha intrapreso, grazie al sostegno della Fondazione Cariplo, il progetto “l’Italia e l’Europa alla prova del Mediterraneo”. Attraverso pubblicazioni (articoli, dossier, interviste), eventi (workshop, webinar e presentazioni di libri) e podcast, Oasis cercherà di contribuire al dibattito pubblico su questo tema, coniugando secondo il suo specifico rigore nella ricerca e accessibilità dei contenuti.