Il secondo episodio del podcast Avamposti di amicizia: prove di incontro tra cristiani e musulmani

Ultimo aggiornamento: 01/07/2024 10:21:30

C’è una sigla che chiunque si occupi di studi islamici molto probabilmente conosce: I.D.E.O, con l’accento sulla O. Le lettere che la compongono stanno per Institut Dominicain d’Études Orientales, un centro di ricerca che ha sede al Cairo e che con la sua fornitissima biblioteca rappresenta un punto di riferimento per gli islamologi di tutto il mondo.

 

A fondarlo nel 1953, annesso al convento istituito nella capitale egiziana soltanto qualche anno prima, furono tre giovani frati domenicani, Georges Chehata Anawati, Jacques Jomier e Serge de Beaurecueil, incaricati dal loro ordine di dedicarsi alla conoscenza del patrimonio arabo-islamico e al dialogo con i musulmani. Lo stile di questo terzetto, capace di coniugare rigore accademico e profonda empatia, è rimasto un tratto distintivo dell’istituto. Oggi, una nuova generazione di frati porta avanti egregiamente la duplice vocazione, scientifica e umana, di questo luogo.

 

Solo per fare qualche esempio, tra gli studiosi che lavorano oggi all’IDEO c’è chi si occupa del grande teologo medievale Abu Hamid al-Ghazali; chi di manoscritti di grammatica araba di mille anni fa; chi del concetto di verità nell’influentissimo pensatore medievale Ibn Taymiyya, diventato una delle fonti privilegiate dei gruppi jihadisti; e chi di metafisica nella filosofia arabo-islamica. Nonostante la sua elevatissima specializzazione, l’istituto è tutt’altro che una torre d’avorio. Oltre a coltivare la propria vita spirituale e i propri studi, i frati organizzano corsi, seminari e conferenze a cui partecipano sistematicamente studenti e intellettuali egiziani, mentre alla biblioteca si accede con una tessera che costa 70 ghinee, l’equivalente di poco più di un euro.

 

Con la sua storia e il suo metodo, l’IDEO veicola un messaggio semplice, ma che è sempre bene ricordare: il vero dialogo ha bisogno di conoscenza, e la conoscenza rischia di essere sterile se non è alimentata da rapporti umani. Per questo il podcast “Avamposti di amicizia. Prove d’incontro tra cristiani e musulmani”, realizzato per Oasis da WIP Italia grazie al sostegno della Fondazione Cariplo, non poteva non fare tappa al Cairo.  

 

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