Tra città futuristiche, paesaggi desertici mozzafiato, antiche oasi e siti archeologici millenari, il Paese che per secoli ha custodito gelosamente la propria identità apre oggi le sue porte ai viaggiatori di tutto il mondo

Ultimo aggiornamento: 11/11/2024 17:26:18

Parti con noi dal 17 al 26 febbraio 2025. Qui il programma del viaggio!

 

Immaginate un Paese in cui per molti decenni si è entrati (quasi) esclusivamente per due motivi: il pellegrinaggio islamico e il lavoro in ambito petrolifero. Ora immaginate anche che questo Paese sia stato governato per oltre 200 anni da un’alleanza tra una famiglia regnante e una classe religiosa ultra-conservatrice, che ha esercitato un forte controllo sulla società e giocato un ruolo centrale nella formazione dell’identità della nazione. Poi immaginate che, tutto d’un tratto, questo Paese si apra al mondo e decida di diventare (tra le altre cose) una meta turistica globale e, forte della ricchezza ottenuta grazie al petrolio, faccia investimenti imponenti per raggiungere questo obiettivo. Questo Paese ha un nome: Arabia Saudita.

 

Uno Stato che si è aperto al turismo soltanto nel 2019, e la cui storia, cultura e bellezze paesaggistiche sono quasi sconosciute. La Fondazione Oasis propone un viaggio (17-26 febbraio 2025) alla scoperta del luogo in cui è nato l’Islam e di un Paese fondamentale per gli equilibri politici, economici e religiosi del Medio Oriente e non solo. Sulla scorta della Vision2030, il piano di diversificazione economica lanciato dal principe ereditario Mohammad bin Salman nel 2016, negli ultimi anni il Regno ha compiuto una vera e propria inversione di marcia, promuovendo una forma meno intransigente di islam e attuando una serie di riforme che stanno cambiando profondamente la società. Oggi donne e uomini possono sedere allo stesso tavolo al ristorante, alle donne è concesso guidare l’automobile e a Riyad si va al cinema, a teatro e allo stadio, cosa impensabile fino a qualche anno fa.

 

In fase di profonda trasformazione, il Paese offre ai visitatori un’esperienza ricca e diversificata, tra siti storici che raccontano la storia della famiglia reale, aree archeologiche millenarie, paesaggi desertici mozzafiato, spiagge ancora incontaminate e città futuristiche, segno di una nazione che guarda al futuro.  

 

La capitale Riyad unisce tradizione e modernità, con la fortezza al-Masmak, il palazzo storico Murabba, prima residenza della famiglia reale, la Kingdom Tower, il grattacielo simbolo dello skyline della città e infine Dir‘iya, la capitale del primo emirato saudita in cui ebbe inizio la storia del Regno.

 

E poi Gedda, la seconda città più grande dell’Arabia Saudita nonché suo primo porto commerciale, per secoli crocevia di civiltà e porta d’ingresso di viaggiatori, mercanti e pellegrini che, dalla costa africana, attraversavano le insidiose acque del Mar Rosso per raggiungere la penisola arabica e proseguire il loro viaggio verso Mecca e Medina. In origine un piccolo villaggio di pescatori, la “Sposa del Mar Rosso”, com’è soprannominata la città, nei secoli si è sviluppata fino a diventare un centro cosmopolita, simbolo del Hijaz, la regione storicamente più aperta e meno conservatrice del Paese. Al-Balad, la parte vecchia di Gedda, è stata dichiarata patrimonio dell’UNESCO nel 2014 e nella sua architettura reca l’impronta ottomana, con le case ottocentesche in pietra corallina, estratta dalle acque di fronte alla costa, e gli splendidi balconi protetti da strutture in legno intagliato (mashrabiyya), che in tempi passati garantivano l’intimità domestica, favorivano il raffrescamento naturale delle case e creavano giochi di luce e ombra negli interni.       

 

Il Paese riveste inoltre una rilevanza particolare per tutto il mondo musulmano: culla dell’Islam, ogni anno le due città sante di Mecca e Medina sono meta di milioni di pellegrini. L’accesso a Mecca è vietato ai non musulmani, mentre è consentito in alcune parti di Medina, città che ospita la Moschea del Profeta, edificata attorno alle tombe di Maometto e dei primi due Califfi “ben Guidati”, Abu Bakr e Umar. Visiteremo anche l’oasi di Khaybar, situata 150 km a nord di Medina. Abitata fin dai tempi remoti, quest’oasi fu un importante centro di commercio lungo la via carovaniera che dallo Yemen saliva verso la Giordania, collegandosi poi a quella che dal mar Rosso raggiungeva Damasco.

 

Infine, vi porteremo nella spettacolare città di al-Ula, il tesoro archeologico dell’Arabia Saudita, e nel vicino sito archeologico di Hegra (al-Hijr), che ospita le tombe scolpite nella roccia oltre 2000 anni fa dai nabatei, un popolo vissuto a cavallo degli attuali Giordania, Israele, Siria e Arabia Saudita. Considerato il cugino di Petra, in Giordania, questo sito, dimenticato per secoli, oggi è considerato il fiore all’occhiello del turismo saudita. Per lungo tempo, quest’area fu guardata con sospetto perché si credeva infestata dai jinn, una convinzione che è probabilmente legata al versetto coranico che menziona Hegra e il popolo dei Thamud come esempio di disobbedienza ai messaggeri inviati da Dio. Patrimonio dell’UNESCO dal 2007, ad al-Ula si intrecciano storia antica e progetti d’avanguardia; la città e il deserto che lo circonda ospitano infatti installazioni di opere contemporanee, facenti parte di un piano per valorizzare il paesaggio naturale e il patrimonio storico della regione. Le installazioni contemporanee offrono una prospettiva moderna e rendono al-Ula un simbolo di rinascita culturale e di apertura verso l’arte globale.

 

Il viaggio in Arabia Saudita aprirà una finestra su un mondo ancora poco conosciuto e permetterà di scoprire le sue radici culturali, storiche e religiose.

 

 

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