Il Dio personale. La nascita della religiosità secolare
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:36:53
Sorprendente. Se dovessimo usare una sola parola per descrivere questo libro di Ulrich Beck, forse la parola più adatta sarebbe proprio questa. Sorprendente perché Beck, docente di Sociologia a Monaco di Baviera e alla London School of Economics, tra i più affermati studiosi della società del rischio, della globalizzazione, della modernizzazione riflessiva, Beck il teorico neo-illuminista, si confronta in un corpo a corpo serrato con un tema che, almeno finora, non era stato “suo”: il problema di Dio. È impossibile ridurre in poche battute l’estrema complessità del libro, per avere un’idea della quale basta dare un’occhiata ai titoli dei capitoli: Il ritorno degli dèi e la crisi della modernità europea; Tolleranza e violenza: i due volti della religione; L’eresia ovvero l’invenzione del Dio personale; L’astuzia degli effetti collaterali: cinque modelli di incivilimento dei conflitti religiosi; Pace anziché verità? Scenari futuri delle religioni nella società globale del rischio. Il libro di Beck è forse meno organico e unitario rispetto ad altri da lui pubblicati in passato: i molteplici rivoli che si diramano dalla corrente principale sembrano in certi tratti indebolirne la portata e l’incedere a spirale adottato dall’autore può dare l’impressione di ripassare, dopo tante pagine, in un luogo già attraversato.L’impressione complessiva è comunque che Beck sia consapevole di avere a che fare con un tema che travalica ambiti disciplinari e paradigmi tradizionali, un tema con cui volenti o nolenti dovremo continuare a confrontarci perché è l’urgenza del nostro tempo, come, a ben vedere, di ogni tempo. Questo libro non offre risposte, ma descrive processi di lungo corso che sono in atto. Si potrebbe dire che il filo conduttore è una riflessione sulla rilevanza pubblica del problema di Dio. Ma di quale Dio si parla? Come recita il titolo dell’opera, si parla di un «Dio personale»: questa espressione non si riferisce però alla concezione cristiana di un Dio che in quanto persona non è più semplice forza cosmica, motore immobile che se ne sta beato in un remoto mondo iperuranio. Il Dio personale di cui parla Beck è quello della «religione secolare», come recita il sottotitolo dell’opera, una religione in cui «l’uomo è sia credente sia Dio» (p. 140). Si può anche parlare di un «politeismo soggettivo» in cui «trovano posto molte divinità» e in cui «gli individui sono sia credenti, sia non credenti» (p. 157). Nella religione secolare l’uomo è ad immagine e somiglianza di Dio solo perché Dio è ad immagine e somiglianza dell’uomo: tante persone, tanti dèi. Beck riprende tesi già emerse nella tradizionale sociologia, tanto nei classici (basti pensare alle tesi di Max Weber sul “disincantamento del mondo” e sul “politeismo dei valori”), quanto nei contemporanei (basti pensare al concetto di “imperativo eretico” elaborato da Peter Ludwig Berger), ma le rilegge in una nuova luce. La tesi di fondo è che nel Cristianesimo stesso sia insita un’ambivalenza che pone le condizioni per la nascita della religione secolare del Dio personale. Questa ambivalenza tra l’oggettività e la trascendenza di Dio da una parte, e l’affermazione del principio della libertà personale dall’altra, troverebbe una prima risposta nella Riforma protestante («individualizzazione religiosa») e una seconda risposta nell’individualizzazione generata dal welfare state nel secondo dopoguerra («individualizzazione post-religiosa»). Tra gli scenari emergenti all’inizio del XXI secolo Beck vede anche un meticciato dei nuovi movimenti religiosi che però «genera nuove contraddizioni»; «bisogna capire» - è ciò che viene suggerito tra le righe del testo - «se l’individuo fatto a immagine di Dio, divenuto Dio padre del Dio personale, non abbia definitivamente condotto ad absurdum, ossia nel regno esoterico, le coordinate dell’illuminismo spirituale» (p. 158). Un illuminismo spirituale nato contro il Cristianesimo, si afferma più volte nel libro, ma che non sembra poter resistere senza il Cristianesimo: è questo uno dei tanti paradossi di cui è intessuto questo ambiguo libro, religioso e antireligioso allo stesso tempo.