I Cristiani in Pakistan costituiscono una minoranza discriminata a livello politico e marginalizzata economicamente. La Chiesa può aiutare a cambiare, donando un nuovo futuro ai Cristiani Pakistani
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:43:43
In Pakistan ci sono circa cinque milioni di cristiani, minacciati in diversi momenti e per diverse ragioni. Sono minacciati quando la Lega Musulmana conservatrice governa il paese; sono minacciati quando le leggi dello stato perdono efficacia e non riescono a proteggere le minoranze dai musulmani estremisti. La Lega Musulmana conservatrice tende a far propria la posizione clericale che sostiene che i cristiani non sono cittadini uguali, anche se questo va contro la Costituzione. Alcuni esponenti religiosi moderati pensano che anche sotto l’Islam i cristiani non possano essere considerati cittadini di seconda classe, ma questi esponenti vengono ignorati. Sotto un partito liberale come il Partito Popolare Pakistano (PPP), i cristiani soffrono perché il PPP non è in grado di agire in modo efficace contro la società per punire il comportamento criminale nei confronti dei cristiani. Sotto il governo liberale del Generale Musharraf, i cristiani sono tornati agli elettorati uniti, sistema che offre loro una certa sicurezza, ma il governo non è in grado di proteggerli dal crimine estremista religioso.
I cristiani nella maggior parte del Pakistan risalgono a prima della fondazione dello stato e vivevano in alcune parti della provincia del Punjab ancora prima che i musulmani vi si stabilissero. Sono presi di mira con la legge draconiana chiamata “Legge della Blasfemia” che prevede la morte come punizione minima. Sono anche spesso attaccati dai fanatici per “punire l’America”. Con il sistema degli elettorati uniti – che potrebbe essere abolito se i conservatori dovessero tornare al potere – i cristiani hanno il diritto di votare insieme ai musulmani, oltre ad avere alcuni posti riservati in Parlamento. Ma, poiché lo stato sta venendo gradualmente sconfitto dagli Islamisti, il potere dello stato è diminuito e le minoranze sono diventate vulnerabili. I cristiani che vivono nel NWFP (North-West Frontier Province, Provincia della Frontiera nord occidentale), governato dal clero hanno ricevuto minacce di morte se non si fossero convertiti all’Islam. L’entusiasmo per la conversione si è esteso in tutto il Pakistan. Cristiani di spicco sono invitati ad abbracciare l’Islam e alcuni cedono alle minacce. Un cantante cristiano ha rifiutato “l’invito” ed è a rischio degli estremisti, mentre negli sport c’è la tendenza ad abbracciare l’Islam per evitare persecuzioni. Un giudice hindu della Corte Suprema ha dovuto scrivere un’eulogia del Profeta Muhammad.
I cristiani in Pakistan sono una comunità economicamente svantaggiata. A differenza dell’India, non ci sono prospettive per il loro sviluppo economico. La Chiesa sta facendo il suo meglio per tenere il gregge unito, ma la Chiesa stessa è limitata nella sua predicazione, come da qualsiasi altra parte nel mondo islamico. Tuttavia l’Unione Europea, che si occupa delle minoranze ai sensi della legge, deve tenere il governo del Pakistan sotto pressione così che lo stato ritiri le leggi che prendono di mira i cristiani. In India le reazioni contro la chiesa cristiana provengono dalla società, in Pakistan invece provengono dallo stato, che ha leggi che colpiscono i cristiani. A differenza dell’India, in Pakistan i cristiani non ricevono protezione da musulmani che simpatizzino per la loro situazione. Il loro unico protettore è l’Occidente secolare in generale e l’Unione Europea in particolare, che deve tenere lo Stato del Pakistan sotto pressione. La questione di rafforzare la Chiesa in Pakistan evitando la sua corruzione interna è molto importante quanto complicata. I sacerdoti in Pakistan non hanno sempre fatto del loro meglio per migliorare la condizione di una comunità molto provata. Eppure la Chiesa in Pakistan continua ad essere un attore molto promettente.