Un itinerario alla scoperta delle storie di resistenza e riscatto delle minoranze in Medio Oriente
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:58:53
Recensione di Chiara Zappa, Anime fiere. Resistenza e riscatto delle minoranze in Medio Oriente, prefazione di Andrea Riccardi, Edizioni Terra Santa, Milano 2018.
Mandei, Yazidi, Aleviti, Drusi, Maroniti, Cristiani di Terra Santa, Beduini di Giordania, Copti d’Egitto, Curdi. Un gruppo minuscolo e quasi sconosciuto i primi, molto più numerosi gli altri, fino a decine di milioni... eppure tutte “minoranze” etniche, linguistiche o religiose. Con la fine dell’Impero Ottomano e la nascita degli Stati nazionali moderni, in Medio Oriente il loro status è profondamente mutato. La loro stessa esistenza è apparsa come un ostacolo implicito al progetto della modernizzazione di Paesi che hanno spesso preteso, a loro spese, di considerarsi e venir percepiti dai loro stessi cittadini come omogenei e unitari.
La Via Crucis delle minoranze sgradite inizia per motivi eminentemente politici. Non fu dunque un conflitto a base religiosa (cosa che per esempio non avrebbe senso per i curdi né per i beduini giordani), come del resto non lo è neppure ora, anche se l’islamismo radicale potrebbe far pensare il contrario. Identità e appartenenze ritornano in primo piano, confondendo gli osservatori, ma all’interno del medesimo gioco egemonico che quando si ammanta di pretesti religiosi non fa che palesare ancor più la propria ipocrisia. Anime ferite, dunque, da una storia traditrice degli alti ideali retoricamente proclamati, ma comunque fiere, orgogliose di se stesse e dotate di un’estrema dignità.
L’autrice ce le presenta incontrandole in loco, parlando con loro, condividendo la quotidianità di un mosaico in cui le cose condivise sono assai di più dei particolari dissonanti. Ma la lacerazione si è fatta strada anche nell’intimo di molti che talvolta non sanno più sperare in un possibile futuro diverso e optano non soltanto per la resistenza, ma persino per la lotta armata. Ferita ne risulta allora l’intera regione dove con freddo cinismo attori locali e internazionali speculano su antichi risentimenti e legittimi timori, delirando a proposito di una nuova spartizione dell’area che già in qualche modo sta avvenendo coi suoi osceni e inevitabili corollari: deportazioni di massa e tentativi di genocidio. L’Europa, diretta dirimpettaia che tra l’altro risulta per forza di cose il posto su cui puntano i naufraghi di questa tragedia, sembra stare a guardare, lasciando ad altri il compito di sistemare le cose sul terreno, quando non vi contribuisce con la vendita di armi o con accordi mascherati da aiuti per l’emergenza. Volti e voci ci vengono incontro nelle pagine di questo libro serio e appassionato, come per risvegliare le nostre coscienze distratte e assopite e a domandarci:
Qualcuno dice che sarebbe meglio se noi non esistessimo e agisce di conseguenza... Tu da che parte stai?