Rassegna della stampa italiana e internazionale del 15 gennaio 2018
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:34:37
Dalla stampa italiana
Durante la messa di domenica in San Pietro Papa Francesco ha avuto parole di comprensione per le paure della gente di fronte al fenomeno migratorio: “Avere dubbi e timori non è un peccato. Il peccato è lasciare che questi condizionino le nostre scelte e alimentino l’odio” (Vatican Insider).
Secondo Francesco Semprini (La Stampa), c’è una spaccatura tra i comandanti di al Qaida in Siria e la base dei miliziani intrappolata nella zona di Idlib, che accusano i leader di aver combattuto soltanto per denaro. È quanto emergerebbe da alcuni report di intelligence della coalizione di forze che combattono contro i jihadisti in Siria.
Sabato, scrive Roberto Bongiorni sul Sole 24 Ore, il governo tunisino ha annunciato “un nuovo pacchetto di misure a favore delle classi più deboli” con cui spera di sedare le proteste di questi giorni.
Francesco Battistini sul Corriere della Sera racconta il caso del dottor Radwan Khawatmi, imprenditore musulmano siriano residente a Parma che si batte contro la chiusura degli antichi istituti educativi cattolici delle Luigine.
Dalla stampa francofona
Un attentato suicida a Baghdad ha fatto 26 morti. Il Primo ministro del governo iracheno, Haider al-Abadi, ha insistito per agire per eliminare le cellule dormienti dello Stato Islamico e per proteggere la sicurezza dei cittadini (L’Orient Le Jour).
Secondo Bill Wirtz, Contrepoint, la soluzione al problema dei migranti nei paesi europei sarebbe quella di lasciarli lavorare. L’autore descrive la situazione dei rifugiati in Germania e Belgio, sottolineandone gli aspetti negativi, e propone alcune possibili risposte.
Tra le ragioni delle manifestazioni esplose in più di 70 città dell’Iran, c’è anche l’instabilità ambientale del Paese. L’Express ha raccolto l’analisi di alcuni esperti, secondo i quali le cause delle problematiche visibili oggi sarebbero quattro: il riscaldamento climatico, l’aumento della popolazione, l’estensione della produzione agricola e una cattiva gestione delle risorse idriche.