Rassegna stampa italiana ed estera del 2 febbraio 2018

Ultimo aggiornamento: 21/06/2022 10:51:11

Dalla stampa italiana

 

Oggi, ricorda Ilaria Beretta su Mondo e Missione, è la giornata in cui si ricorda la firma della convenzione di Ramsar sulla conservazione delle acque. Prendendo spunto da questa ricorrenza Ilaria Beretta descrive le condizioni idriche proprio dell’Iran, Paese dove venne firmata la convenzione: soprattutto i laghi Hamoun e Urmia stanno subendo l’effetto della siccità, della mala gestione e delle guerre. Il lago di Urmia, in particolare, si è ridotto del 90 percento negli ultimi 40 anni.

 

Il presidente di Amnesty International in Turchia, Taner Kilic, è stato nuovamente messo agli arresti ieri notte, dopo che, poche ore prima, un tribunale di Istanbul ne aveva ordinato il rilascio, scrive Paolo M. Alfieri su Avvenire.

 

Alphabet, la holding che comprende Google, sta per siglare un accordo con il gigante saudita Aramco (in procinto di collocazione azionaria) per costruire in Arabia Saudita una “Silicon Valley d’Arabia”, un hub mediorientale delle tecnologie. Ne parla Marco Valsania sul Sole 24 Ore.

 

Aumenta ulteriormente la tensione tra Israele e Libano: alle dichiarazioni del portavoce dell’esercito israeliano riguardo la costruzione di armi iraniane in Libano si aggiungono quelle del ministro della Difesa Avigdor Lieberman sullo sfruttamento delle risorse energetiche contese tra Libano e Israele (EastWest).

 

Dalla stampa anglofona

 

La guerra in Siria è diventata più instabile con la battaglia della Turchia contro gli alleati degli Stati Uniti. Sono passati undici giorni dall'inizio dell'operazione turca "Olive Branch" all'interno della Siria. Ma potrebbe passare molto tempo prima che si concluda, a detrimento sia delle relazioni con l'America sia della situazione dei civili nell'area (BuzzFeed).

 

ISIS Inc. Benché sconfitto sul campo di battaglia, lo Stato Islamico sta usando il mercato nero iracheno per ammassare milioni di dollari in carburante per alimentare la sua futura attività (Foreign Policy).

 

A Teheran, le proteste contro il velo: 29 le donne arrestate dalla polizia. Una nuova ondata di manifestazioni ha toccato diverse zone del Paese, innescando un dibattito sulle libertà personali (the Guardian).

 

Sette anni dopo le rivolte arabe, la Tunisia è alla testa di un'altra rivoluzione: quella sui diritti delle donne. In febbraio, il presidente Beji Caid Essebsi dovrebbe mantenere una promessa fatta nel 2017: rendere la Tunisia il primo Paese musulmano ad assicurare la parità nell'eredità tra uomini e donne. Le leggi islamiche garantiscono all'uomo il doppio rispetto alla donna (the Washington Post).

 

Dalla stampa francofona

 

Per il presidente del Niger, "il terrorismo non potrà essere vinto soltanto attraverso le armi". A margine del 30imo summit dell'Unione africana, Mahamadou Issoufou spiega in un'intervista il suo approccio per vincere i gruppi jihadisti (Le Monde).

 

In Algeria "vivere una presenza ordinaria". Dal 1994 al 1996, 19 tra religiosi e religiose sono stati assassinati nel Paese. Più di 20 anni dopo, Papa Francesco ha firmato il decreto che riconosce il martirio di questi testimoni della fede cattolica. Intervista con Monsignor Jean-Paul Vesco, vescovo di Orano (La Croix).

 

Come il regno del Marocco si mobilizza contro l'islamismo. Il Paese, minacciato dalla crescita del salafismo tra i giovani, ha creato misure per lo stretto controllo della formazione degli imam. E ha aperto nuovi siti Internet, una Web TV per "acchiappare" i giovani e condurli verso un'intepretazione d'Islam "moderato". Ma per ora i risultati si fanno attendere (Le Figaro).

 

Turchia: la popolazione sogna ancora l'Europa, ma non ci crede più. Sempre più turchi desiderano l'adesione del Paese all'Unione europea, proprio ora che il processo non è mai stato così lontano (Le Soir).

 

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