Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:07:37
Questo articolo è la presentazione sintetica di una ricerca attualmente in corso nel quadro del progetto "Non un'epoca di cambiamento, ma un cambiamento d'epoca" realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo
In Occidente vivono oggi milioni di musulmani, e questo ha spinto istituzioni e ricercatori a moltiplicare i propri sforzi per trovare nuove risposte alle vecchie domande sul rapporto tra l’Islam e il sistema dei valori occidentali e sulla misura del loro accordo o disaccordo.
L’Islam è sempre stato considerato dal punto di vista di questi valori e all’interno del loro quadro cognitivo. Questo ha costretto la maggior parte degli studi dedicati all’Islam entro una dialettica i cui poli sono costituiti da un lato dall’Islam e dall’altro da uno dei valori fondanti dell’Occidente moderno: “Islam e modernità”, “Islam e democrazia”, “Islam e laicità”, “l’Islam e la donna”, “Islam e pluralismo” e altri dualismi che si sono trasformati in un
paradigma scientifico per tutto ciò che riguarda l’Islam dal punto di vista storico o culturale.
Gli studi realizzati dalle scienze coraniche, dalla giurisprudenza, dalla teologia o dalla filosofia non fanno eccezione, dal momento che sono diventati anch’essi l’ambito in cui si cerca
una risposta alla stessa domanda: “Perché la religione islamica non si è sviluppata come si è sviluppato il cristianesimo? Perché non si è liberata del suo carattere primitivo, rappresentato dall’accondiscendenza nei confronti della violenza, dalla non-accettazione dell’altro, dal rifiuto delle libertà, soprattutto di quelle individuali, dalla svalutazione della ragione?”
Non c’è dubbio che questi studi abbiano fatto e continuino a far luce su molti aspetti dell’Islam, sia come religione sia come civiltà. Ma essi non indagano la dimensione umana e trascurano completamente il musulmano ordinario. Per la loro stessa natura, questi studi si occupano solamente dell’élite intellettuale, religiosa e politica: un fatto forse necessario nel passato e nel contesto delle società islamiche, ma che oggi, nella società occidentale contemporanea, equivale alla consacrazione di un’ideologia cognitiva incapace di comprendere e analizzare e ancora meno di offrire soluzioni ai problemi legati all’esistenza di
milioni di musulmani che, per la prima volta nella storia, vivono nel cuore della società e della cultura occidentale.
Il musulmano ordinario è oggi il luogo in cui per primo avviene il tentativo di conciliare Islam e Occidente o, per essere più precisi, di conciliare ciò che si crede essere l’Islam con la condizione sociale e culturale in cui esso vive e che è ritenuto essere l’Occidente. Questo musulmano ordinario, che era difficile da raggiungere e definire, può entrare oggi nel raggio d’azione della ricerca e degli studi grazie alla tecnologia, che registra, diffonde e presenta le domande che il musulmano si fa sul rapporto tra la sua fede e la sua realtà, su ciò che veramente lo preoccupa e su ciò che incide sul suo comportamento e sulla sua vita nella società occidentale.
Queste domande, e le risposte che ne conseguono, convenzionalmente chiamate fatwe, abbondano su molti siti internet, alcuni dei quali, come
il Consiglio europeo per la ricerca e la fatwa, svolgono il ruolo di autorità religiosa per i musulmani in Europa, e rappresentano per il musulmano non ideologizzato la via più facile e diretta per mantenere un legame con i propri riferimenti religiosi.
Con la moltiplicazione dei moderni mezzi di comunicazione Dio ha reso più facile per le persone procurarsi una fatwa, a qualsiasi ora, in qualsiasi luogo e su qualsiasi argomento, per quanto personale e specifico.
Il fenomeno dei siti internet di fatwe e il ruolo sempre più grande che essi giocano tra i musulmani d’Occidente, così come l’enorme numero e tipologie di fatwe, rivelano la natura della presenza islamica in Occidente, facendoci uscire dall’ambito puramente teologico o ideologico-politico per cercare nuove risposte. Anzi, ciò di cui oggi abbiamo bisogno non sono soltanto nuove risposte, ma nuove domande, le domande di quelle persone reali che vivono in un determinato contesto socio-culturale.
È importante indagare la realtà di questi siti, dei loro fondatori, della loro autorevolezza, dei loro
orientamenti dottrinari ed ideologici; analizzare inoltre il discorso con cui sono richieste le fatwe e le dimensioni sociali e culturali di coloro che le sollecitano, chiedendosi per esempio se la pluralità etnica e linguistica degli immigrati influisce sulla tipologia e sul numero delle richieste di fatwe e se la cultura e il contesto sociologico dei Paesi d’accoglienza influisce sulla tipologia e sul numero delle fatwe; definire le caratteristiche e la ricezione tra i musulmani occidentali del discorso religioso che queste fatwe producono.