Qualcosa è cambiato /6. Fino a quel momento, pochissimi europei e americani conoscevano qualcosa dell'Islam. Improvvisamente si sono trovati di fronte a un nuovo tipo di minaccia che sembrava aver origine in una religione estranea. E hanno cominciato a fare i conti con un mondo fino ad allora sconosciuto.
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:51:21
L'11 Settembre 2001 è uno di quei giorni che probabilmente sarà ricordato per sempre dagli storici, in particolare nel mondo occidentale. Quando l'Unione Sovietica iniziò il suo collasso alla fine degli anni '80 inizio anni '90 del XX secolo, molti occidentali erano convinti di assistere agli inizi di un lungo periodo di pace in tutto il mondo. Il comunismo marxista-leninista era scomparso, la Pax Americana aveva avuto la meglio. Da quel momento in poi si immaginava non sarebbe passato molto tempo prima che i conflitti locali sparsi per il mondo Palestina, Irlanda del Nord, zone basche della Spagna, Kashmir, etc. fossero risolti. Quando il Boeing 11 della United Airlines si schiantò sulla prima torre del World Trade Centre di New York, molti, comprese le autorità militari americane, ancora credevano si trattasse di un incidente. Quando diciassette minuti dopo il Boeing 175 colpì la seconda torre e di nuovo mezz'ora dopo un altro aereo della American Airlines distrusse parti del Pentagono, chiunque sentì la notizia comprese che la speranza di un lungo periodo di pace era stata un'illusione. Il conflitto tra "il libero Occidente" e l'Unione Sovietica, che nonostante l'esistenza e il possibile uso della bomba atomica, fortunatamente non aveva mai portato ad azioni belliche, era stato rimpiazzato da ciò che presto fu noto come "scontro di civiltà", da parte di un nuovo terribile terrorismo esteso su scala mondiale. Questo non è il luogo per descrivere le molte conseguenze politiche e militari che pochi giorni dopo il Presidente George Bush scatenò con l'annuncio a tutti gli stati e le nazioni: «O con noi o con i terroristi». Vogliamo invece analizzare brevemente la questione se ci siano state specifiche reazioni e conseguenze dopo l'evento dell'11 settembre tra i cristiani, in particolare in Occidente. Fino a quel momento, pochissimi europei e americani conoscevano qualcosa dell'Islam. Improvvisamente si sono trovati di fronte a un nuovo tipo di minaccia che sembrava aver origine in una religione estranea. Naturalmente la prima domanda è stata se, come sostenevano gli aggressori, è stata veramente la fede musulmana a spingere Osama bin Laden e la sua rete terroristica ad attaccare gli Stati Uniti. La risposta è stata ambigua e tale resta fino ad oggi. Ovviamente i terroristi stessi si rifanno ai brani del Corano che promettono al musulmano che muore in guerra santa che non dovrà aspettare il Giorno del Giudizio nella tomba, e che entrerà immediatamente in Paradiso [Sure 4,74; 9,89 e altre]. I terroristi probabilmente pensano ai brani del Corano come la Sura 9,5 che invita i musulmani «a uccidere, ovunque li si trovi, gli adoratori di idoli». Ma Osama bin Laden era autorizzato a dichiarare una guerra santa e una Fatwa? Alcuni commentatori segnalarono che il Corano proibisce una guerra d'aggressione, l'uccisione che non sia necessaria, specialmente di innocenti, e il suicidio. Perciò la prima conclusione è innanzitutto che molti brani del Corano si contraddicono l'uno l'altro e inoltre che l'Islam non conosce un'autorità la cui interpretazione sia vincolante per i fedeli. Alcuni teologi cristiani evidenziarono che la differenza basilare tra il credo cristiano e quello musulmano è che il primo si riferisce a una persona, Gesù Cristo, mentre il secondo si rifà a un testo che contrariamente a ciò che sostengono le autorità musulmane ortodosse non è stato scritto in un'unica volta. Un'altra difficoltà consiste nei modi diversi in cui hanno reagito i musulmani di tutto il mondo all'evento dell'11 settembre. I musulmani americani sono rimasti inorriditi; gli Stati Uniti erano diventati la loro casa, di cui abbracciavano i principi fondamentali. Al contrario in molti paesi musulmani la maggioranza della popolazione ha esultato di gioia. In altri paesi, specialmente in Europa, i musulmani sono rimasti così silenti che è stato difficile capire che cosa pensassero dell'evento. Si sa che fin dal conflitto con l'Iran, dopo la caduta dello Shah, molti musulmani consideravano l'America come "l'Asse del Diavolo", un paese moralmente corrotto che aspira alla dominazione mondiale. È stato anche indicato come il tremendo conflitto tra Israele e i palestinesi, in cui gli americani sono sempre stati a fianco degli ebrei, sia una delle ragioni per cui i musulmani odiano gli Stati Uniti. Credo che oggi la maggior parte dei cristiani dell'Occidente abbia imparato a considerare il terrorismo islamista in un modo nuovo. La nuova interpretazione ha tre componenti abbastanza diverse: primo, a partire dalla seconda metà del XIX secolo le potenze europee hanno guardato al vicino Oriente come a un campo di battaglia per il perseguimento dei propri interessi. Persino le frontiere degli stati che esistono oggi sono state in alcuni casi stabilite dagli europei, di solito in maniera abbastanza arbitraria. Di conseguenza i paesi musulmani hanno un'unica comune identità: la religione islamica, che ovviamente si è a sua volta divisa in "confessioni" che spesso si combattono l'un l'altra. Per di più, a causa dello sfruttamento da parte del potere europeo, la grande maggioranza delle popolazioni di questi stati e paesi è rimasta relativamente povera. Guardando i paesi occidentali i musulmani si sono sentiti manipolati da potenze straniere e umiliati. Ora in situazioni come queste la massa della gente comune soccombe alla seduzione del radicalismo. Era solo una questione di tempo e i musulmani avrebbero cercato una nuova identità. L'hanno trovata nella loro religione. Che questa identità sia stata alimentata dal disprezzo, a volte persino dall'odio per il mondo occidentale, è stato quasi una conseguenza naturale dello sviluppo storico, in particolare per il fatto che i governatori di questi paesi, spesso insediati dalle potenze occidentali, erano ben lungi dall'essere popolari ai loro sudditi. Distinzione di Poteri Quindi questo è il primo punto: la simpatia inconscia di molti musulmani per terroristi come Osama bin Laden e la sua Al-Qaida ci ricorda quello a cui abbiamo assistito nell'Europa del XIX secolo in termini di revivals nazionalistici. Ma mentre il nazionalismo occidentale non aveva quasi implicazioni religiose, anzi spesso si opponeva al credo dominante, il nazionalismo arabo è religioso. In secondo luogo, questo quasi-nazionalismo è definito da una religione che non ha attraversato lo sviluppo caratteristico del Cristianesimo. Quasi a partire dalle loro origini, i cristiani hanno capito che il loro credo, anche se certamente aveva implicazioni politiche indirette, non era adatto come principio di governo secolare. Cristo stesso aveva distinto tra ciò che si deve a Dio e ciò che si deve all'imperatore (romano) [Mt 22, 15-22]. Verso la fine del V secolo il Papa Gelasio I, nella sua lettera all'imperatore romano che a quel tempo risiedeva a Bisanzio, introdusse la distinzione tra i due tipi di autorità e potere, l'autorità sacra del vescovo di Roma e l'autorità secolare dell'imperatore. Ci volle ovviamente molto tempo prima che questa distinzione diventasse veramente chiara. Ma già nel Medio Evo si era stabilito che mentre i cristiani dovevano obbedire al potere temporale nelle questioni di vita politica quotidiana, il governante stesso doveva obbedire alla Chiesa in tutto ciò che riguardava l'ordine spirituale. Dopo le guerre di religione del XVII secolo gli europei arrivarono persino a concordare che il governante aveva il diritto di specificare il tipo di credo cristiano che i suoi cittadini avrebbero seguito; ma in materia di religione egli stesso doveva obbedire alle autorità ecclesiastiche. Così la distinzione tra l'autorità della Chiesa e l'autorità dello Stato divenne un principio di pace internazionale. Anche se per molto tempo la Chiesa cattolica, considerandosi l'unica autorità e comunità cristiana legittima, in linea di principio si oppose a questa idea, in pratica l'accettò e la rispettò per amor di pace. Lo sviluppo è culminato nel decreto del Concilio Vaticano II sulla libertà di religione: solo Dio, e nessuna autorità politica di alcun tipo, può giudicare la decisione della coscienza circa un credo religioso. Nessuna autorità politica ha il diritto di proibire a qualcuno di scegliere o cambiare il proprio credo. L'Islam non si è sviluppato in questo modo: fin dalle sue origini ha considerato ordine religioso e politico come un'unità. In alcuni momenti è stato tollerante verso gli aderenti ad altre religioni, anche più di quanto non sia stato d'abitudine tra i cristiani. Ma questa tolleranza non ha impedito di dichiarare che ovunque sia possibile l'Islam e la sua tradizione devono essere posti a guida anche della politica. Persino oggi in molti paesi musulmani l'abbandono da parte di un musulmano del proprio credo può essere punito con la pena capitale. Di conseguenza l'Islam è stato sempre ed è rimasto fino a oggi sia un credo religioso che politico, in una maniera così forte che alcuni studiosi persino dubitano che potrebbe sopravvivere alle distinzioni che la Cristianità ha acquisito nel corso della sua storia. Il terrorismo islamista è quindi anche sostenuto da una religione che non ha imparato a distinguere tra la sfera della religione e l'ordine politico. Il terzo punto da menzionare sono gli errori politici che, a partire dalla seconda Guerra Mondiale, il mondo occidentale ha commesso nei confronti dei paesi musulmani. Ad esempio appoggiando o rimuovendo i governanti in base alla loro disponibilità a cooperare con il mondo occidentale, specialmente all'interno del conflitto che opponeva l'Occidente all'impero sovietico. Troppo spesso i governanti che l'Occidente ha appoggiato si sono trasformati in folli egocentrici, come Saddam Hussein. Inoltre è sembrato che le potenze occidentali abbiano appoggiato Israele senza preoccuparsi molto del legittimo interesse dei palestinesi. Ancora una volta tra gli abitanti dei paesi musulmani questo ha alimentato il sospetto che l'Occidente non rispetti il mondo dell'Islam. Tutto questo naturalmente non basta a spiegare il nuovo terrorismo islamista. Questo tipo di terrorismo, come quello degli anarchici europei della seconda metà del XIX secolo o delle Brigate Rosse in Germania e Italia quarant'anni fa, ha una dimensione irrazionale che può essere spiegata solo dalla biografia personale dei terroristi stessi. Ma questo quadro può aiutare a capire la simpatia per i terroristi di così tanti musulmani dei paesi arabi. Inoltre può aiutare a trovare una risposta alla domanda di che cosa può fare il mondo occidentale per estinguere lo "scontro di civiltà". Da un lato l'Occidente deve imparare a rispettare l'Islam come una delle grandi religioni mondiali. La maggior parte dei musulmani conosce più del credo cristiano di quanto una pur insignificante minoranza tra i Cristiani conosca dell'Islam. D'altro canto l'Occidente deve cercare delle vie per far arrivare i musulmani al tipo di distinzioni di cui il cristiani sono divenuti consapevoli nel corso dei secoli, specialmente la distinzione tra impegno religioso e ordine politico. Ultimo ma non per questo meno importante, l'Occidente deve aiutare i paesi musulmani a superare la grande povertà dei propri abitanti. L'ingiustizia e la povertà sono sempre stati terreno fertile per il radicalismo politico. Un'altra questione, che posso solo accennare, è che, specialmente in alcuni paesi europei, il numero di immigrati musulmani cresce di giorno in giorno. In alcuni paesi europei quest'immigrazione è divenuta e certamente diverrà una minaccia per l'identità europea ancora fondamentalmente cristiana. L'Occidente dovrà decidere quale sia la sua identità e che cosa debba fare per preservarla. Ancora una volta, la strada più saggia sembra quella di aiutare i paesi arabi a superare la povertà, perchè questo sviluppo fermerebbe l'immigrazione musulmana in Europa.