Lucile Bennassar è una storica; Bartolomé Bennassar è uno storico più noto; ha pubblicato, segnatamente nel 2005 presso lo stesso editore, una Histoire des Espagnols, tomo 1, VI°-XVII° siècles.
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:50:54
Autore: Bartolomé Bennassar e Lucile Bennassar Titolo: Les chrétiens d'Allah. L'histoire extraordinaire des renégats Editore: Perrin, Paris, 2001, pp. 595 Lucile Bennassar è una storica; Bartolomé Bennassar è uno storico più noto; ha pubblicato, segnatamente nel 2005 presso lo stesso editore, una Histoire des Espagnols, tomo 1, VI°-XVII° siècles. Nel 2002 presso Hachette usciva la sua L'inquisition espagnole: XV°-XIX° siècle. La presente opera, dedicata alla storia straordinaria dei rinnegati, ripercorre le epoche meglio conosciute da Bartolomé Bennassar. Per i secoli XVI e XVII, gli archivi dell'Inquisizione fanno menzione di procedure concernenti cristiani divenuti musulmani, e che poi facevano ritorno volontariamente o no in terre governate da principi cattolici: centinaia di migliaia di uomini e donne d'origine cristiana sono divenuti musulmani a quel tempo, spesso sotto la coercizione di una prigionia ma, talvolta, anche volontariamente. Quanto alle coercizioni, esse sono state esercitate da o per conto di autorità politiche musulmane: essere fatti prigionieri, per esempio, dopo una sconfitta militare o dopo una razzia sulle coste europee o in occasione di violente scorrerie nel mare Mediterraneo o nell'oceano Atlantico. Gli autori riprendono un'etichetta i rinnegati senza definirla a sufficienza, tanto secondo il diritto canonico, quanto secondo i regimi dei principi e gli ordinamenti giuridici in vigore nei secoli XVI e XVII. Con le sue quasi 600 pagine, l'opera si legge piuttosto come un romanzo di crudeli avventure. In ogni caso, gli autori hanno tentato di comprendere ciò che ha indotto una parte dei cristiani divenuti musulmani a domandare in seguito, quando ciò divenne possibile, udienza al Santo Uffizio per sollecitare il proprio reinserimento entro la Chiesa Cattolica Romana. Parecchi hanno fomentato delle rivolte per scappare, al fine di andare a morire come cristiani, anche se talora ciò può essere dipeso dalla volontà di riavvicinarsi a terre in cui il commercio tornava a promettere di più, in quanto dominante. Gli autori, quanto a loro, hanno deliberamente voluto restare dipendenti dalle loro fonti scritte dell'Inquisizione, non esitando a sottolineare che, in certi ritorni verso la Chiesa Cattolica Romana, permane una componente di ambiguità. Quanto all'Inquisizione risulta, dalle fonti a proposito dei rinnegati, che le minacce di pene col fuoco o con le galere non erano applicate che raramente; piuttosto veniva praticata una compassionevole accoglienza. Alcuni rinnegati non sono stati neppure toccati dall'Inquisizione al loro ritorno nelle terre europee d'Occidente. I rinnegati hanno potuto, almeno in parte, esercitare un ruolo di intermediari tra due civiltà, cristiana e musulmana, le quali aborrivano entrambe soprattutto gli atei. Ma i rinnegati, tanto riguardo alla fede cristiana che alla fede musulmana, non possedevano forse soltanto dei deboli rudimenti? Certi rinnegati avevano dovuto abbracciare la religione musulmana in giovanissima età, essendo cresciuti fin dalla loro prima infanzia fuori della terra natale. Quanto all'esperienza di questi cristiani, quanti sono stati costretti a rimanere musulmani? Quanti hanno invece desiderato rimanere tali? Tra tutti questi cristiani, quanti hanno fatto ritorno, gli uni perché davvero lo volevano, gli altri controvoglia? Le statistiche restano impossibili da stabilire, i due autori lo ammmettono onestamente: soltanto, essi ritengono che l'esperienza della violenza e della costrizione non fu l'unica. Alcuni cristiani divenuti musulmani sono rimasti tali volontariamente. Tra di loro, alcuni hanno cercato in seguito di sviluppare qualche scambio commerciale con i cristiani dei loro paesi di origine o di terre confinanti con l'Impero Ottomano. E alcuni rinnegati hanno potuto riprendere il cammino verso la Chiesa, talvolta persino con il consenso del loro antico dominatore ottomano.