Aumenta la visibilità pubblica dell’Islam, e con essa le polemiche

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Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:57:37

Musulmans au quotidien.jpgRecensione di Nilüfer Göle, Musulmans au quotidien, La Découverte, Paris 2015

 

Musulmans au quotidien raccoglie i risultati del progetto di ricerca EuroPublicIslam, di cui offre una panoramica per un pubblico non specialistico. Diretto dalla sociologa turca Nilüfer Göle, lo studio indaga le controversie relative all’Islam sorte in Europa tra il 2009 e il 2013. In particolare i ricercatori hanno individuato una serie di casi sorti in ventuno città europee dalla richiesta dei musulmani locali di poter seguire le prescrizioni islamiche nella vita quotidiana. Tra i grandi temi che hanno generato situazioni conflittuali ci sono l’esibizione dei simboli religiosi nello spazio pubblico, la possibilità di costruire nuove moschee e minareti, la produzione e la vendita dei cibi halāl e la nozione di sacro.

 

In Francia una controversia legata alla preghiera nei luoghi pubblici ha preso il nome di una strada, rue Myrtha, bloccata ogni venerdì da decine di fedeli raccolti in preghiera. In Germania un caso analogo è scoppiato attorno a uno studente berlinese che rivendicava il diritto di pregare nei corridoi della scuola. In entrambi i Paesi, che pure hanno conosciuto traiettorie storiche e politiche differenti, le pratiche religiose islamiche sono state vietate in nome della neutralità dello spazio pubblico. Nel 2009, In Italia, al termine di una manifestazione a sostegno degli abitanti di Gaza, un gruppo di musulmani si è raccolto in preghiera davanti alla basilica di San Petronio a Bologna, provocando l’opposizione del Vescovo della città.

 

Nello stesso anno i cittadini svizzeri sono stati chiamati alle urne per un referendum contro la costruzione di nuovi edifici di culto islamico (vinto con oltre il 57% di voti a favore). Il caso nasceva dalla richiesta di costruzione di un minareto avanzata qualche anno prima da un’associazione di immigrati turchi. Dopo una lunga battaglia la corte federale ha rilasciato il permesso di erigere l’edificio a patto che questo non venisse utilizzato dal muezzin per invitare i fedeli alla preghiera.

 

Nel 2005 è la volta della Danimarca con il “caso delle caricature”: il Jyllands Posten, uno dei maggiori quotidiani del Paese, pubblicava una serie di dodici rappresentazioni satiriche del profeta Muhammad, innescando il dibattito sul confine (labile) che separa la libertà di espressione dalla blasfemia. Non era tuttavia la prima volta che l’arte diventava occasione di controversie sulle rappresentazioni dell’Islam; nel 1989 i Versetti satanici di Salman Rushdie valevano la celebre fatwa di Khomeini, e nel 2004 il regista olandese Theo van Gogh veniva assassinato per i contenuti del suo cortometraggio Sottomissione.

 

Musulmans au quotidien evidenzia come in molti Paesi europei le controversie relative all’Islam abbiano finito per produrre culture locali fortemente identitarie, fondate sul primato di quella dominante a scapito delle culture “straniere”. In Germania per esempio la nozione di Leitkultur conosce una rivoluzione: utilizzata nel 1998 dal politologo siriano Bassam Tibi per indicare le norme e i valori costitutivi delle società europee a cui avrebbero dovuto aderire anche i musulmani immigrati, l’espressione ha finito per esaltare la cultura tedesca a detrimento del pluralismo. All’inizio degli anni 2000 il dibattito sulla crisi del multiculturalismo è stato rilanciato anche nei Paesi Bassi da Paul Scheffer, giornalista di sinistra e autore di un articolo in cui accusava questa categoria di minacciare la pace sociale. L’opposizione tra cultura occidentale e islamica è stata poi messa a tema in Francia, dove nel 2007 Nicolas Sarkozy ha creato un Ministero dell’immigrazione, dell’integrazione, dell’identità nazionale e dello sviluppo solidale, ponendo così la questione dell’immigrazione su un piano culturale, e da Michel Houellebecq autore dei romanzi Plateforme del 2001 e Soumission del 2015. Questi e gli altri casi citati nel libro mostrano come la visibilità dell’Islam nella vita sociale europea segni una nuova fase nel processo d’integrazione dei musulmani, contribuendo a un cambiamento significativo della sfera pubblica del continente.

 

Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis

Per citare questo articolo

 

Riferimento al formato cartaceo:

Chiara Pellegrino, Le controversie che stanno cambiando l’Europa, «Oasis», anno XIV, n. 28, novembre 2018, pp. 130-131.

 

Riferimento al formato digitale:

Chiara Pellegrino, Le controversie che stanno cambiando l’Europa, «Oasis» [online], pubblicato il 22 novembre 2018, URL: https://www.oasiscenter.eu/it/islam-controversie-cambiano-europa.

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