Rassegna stampa italiana ed estera del 23 novembre 2017
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 08:54:03
Dalla stampa italiana
Nei giorni scorsi “è stato profanato il cimitero cristiano di Aden”, colpendo anche le tombe delle suore di Madre Teresa morte nell’assalto alla loro casa dove ospitavano persone anziane. Lo racconta ad AsiaNews mons. Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale. Sempre AsiaNews oggi si sofferma sulla drammatica situazione umanitaria nel Paese: “la coalizione guidata da Riyadh blocca l’arrivo di carburante necessario per far funzionare i pozzi. Oltre un milione di persone senza acqua a Taiz, Saada, Hodeida, Sana’a e Al Bayda”.
Durante il viaggio che porterà Papa Francesco in Bangladesh e Myanmar, il pontefice incontrerà anche un piccolo gruppo di Rohingya, la minoranza musulmana in Myanmar alla quale non viene riconosciuto il diritto di cittadinanza e che viene sottoposta – secondo l’Onu – a una sorta di “pulizia etnica”, scrive Avvenire.
Il Tribunale internazionale per l’ex Jugoslavia dell’Aja ha deciso: Ratko Mladic, il “boia di Srebrenica”, è colpevole di genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità e per questo dovrà scontare l’ergastolo (La Stampa).
Tonia Mastrobuoni su Repubblica (per abbonati) racconta la storia della donna siriana Malakeh. Arrivata a Berlino fuggendo dalla Siria, ora nella capitale tedesca persino la Cancelliera Angela Merkel ha assaggiato le sue specialità: “Un pezzo del patrimonio della mia terra da salvare”.
Oggi alla Camera si riunisce Gruppo Speciale Mediterraneo e Medio Oriente (GSM) dell’Assemblea Parlamentare della Nato. Sarà approvato un documento, scrive Il Sole 24 Ore, che sottolinea che “non è comunemente avvertito il livello di radicalizzazione in Europa rappresentato dal substrato sociale in cui cresce il sentimento radicale” islamista.
Dalla stampa anglofona
Teheran sta vincendo la guerra per il controllo del Medio Oriente. E non sembra che, nonostante le mosse del principe ereditario Mohammed bin Salman, l’Arabia Saudita sia in grado di cambiare questo corso (Foreign Policy - Paywall).
La crisi in Myanmar a carico del Bangladesh: tra i rifugiati Rohingya che attendono il miracolo. Quando ad agosto i confini del Bangladesh sono stati attraversati da migliaia di persone disperate in arrivo dal Myanmar, nessuno pensava che la crisi sarebbe stata così vasta. Nelle settimane che hanno seguito il primo esodo, 1,1 milioni di persone hanno cercato rifugio oltre quella frontiera (TIME).
Le non-dimissioni di Saad Hariri. Il primo ministro libanese è tornato a casa e ha ritirato le dimissioni, mettendo fine a quasi tre settimane di emergenza nazionale (Slate).
Dalla stampa francofona
Per degli stati generali del pensiero dell’Islam. Piuttosto che perdersi in polemiche inutili e divisive su Tariq Ramadan, perché non parlare veramente d’Islam, che è anche un modo per affrontare la questione dell’uguaglianza? All’università e perché no al Collège de France, scrive su Libération il filosofo Abdennour Bidar.
A Beirut, nel “bunker” di Saad Hariri. Le Point ha incontrato il primo ministro libanese “dimissionario” al suo arrivo nella capitale libanese dopo tre settimane di “esilio”.
Di ritorno dalla Libia, alcuni migranti camerunensi raccontano l’inferno: 250 migranti del Paese sono stati vittime di traffici di esseri umani in Libia e son rientrati in Camerun pochi giorni fa nel quadro di un progetto umanitario. Al loro ritorno, hanno raccontato “l’inferno” libico (Jeune Afrique).