Lo sguardo dell'Oriente /3. I musulmani hanno il problema di come rapportarsi a un mondo pluralista. E dunque devono affrontare in modo nuovo i temi della libertà, dei diritti fondamentali, delle leggi. I cristiani devono spiegare che le scelte dell'Occidente non sono necessariamente le loro scelte. Basti pensare alla guerra in Iraq.
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:51:26
Prima di tutto, vorrei sottolineare che è necessario dire la verità e non girare intorno alle cose con belle parole. Noi normalmente usiamo un doppio linguaggio quando ci rapportiamo gli uni gli altri. Se vogliamo sinceramente progredire nel nostro dialogo e raggiungere una convivenza pacifica, dobbiamo essere coraggiosi e dire la verità. Ci sono differenze e punti comuni tra di noi. Dobbiamo saperli riconoscere e rispettarli vicendevolmente. L'11 settembre non ha solo cambiato la mentalità, ma anche la realtà della vita quotidiana tra gruppi religiosi. E le guerre in Afghanistan e in Iraq hanno allargato il fossato. I musulmani si stanno confrontando con un mondo pluralista: la globalizzazione e i media hanno trasformato il nostro universo in un piccolo villaggio. Oggi a causa di ciò che sta succedendo, i musulmani si sentono umiliati dall'Occidente (cristiano!) e sono incapaci di integrarsi nella società moderna che sta cambiando molto rapidamente. I musulmani hanno il problema di come rapportarsi a un mondo pluralista. Come rapportarsi ai non musulmani, che sono la maggioranza in molte parti del mondo. I musulmani una volta vivevano in una società omogenea, insieme alle minoranze cristiana ed ebraica. Questi ultimi erano considerati Dhimmi (protetti). Oggi la situazione è cambiata e la mentalità anche. Ogni essere umano ha il diritto di vivere liberamente secondo la propria fede, il proprio pensiero, e godere dei propri beni. L'uomo rifiuta di essere schiavo di qualcosa o qualcuno, persino se sacro. Allora come considera l'Islam il non-musulmano? In che modo può rapportarsi l'Islam con la società moderna? Come aggiornare le norme religiose e le leggi? I non-musulmani sono ancora considerati infedeli, e perciò obiettivi di guerra, finché non si convertono all'Islam, il compimento della religione (totalitarismo). L'autorità musulmana deve rapportarsi obiettivamente a questa nuova realtà. Qual è la posizione attuale? Nel Corano ci sono dei versetti che hanno a che fare con situazioni particolari, ma non possono essere usati nel contesto di oggi. I musulmani possono imparare dall'esperienza di rinnovamento del discorso religioso e sociale dei cristiani durante i secoli. I cristiani devono spiegare che non esistono più stati religiosi in Occidente. Quello che sta succedendo in molti luoghi non ha nulla a che fare con i valori e la morale cristiana. La gran parte degli stati ha un governo laico. I cristiani possono manifestare la propria fede, ma non imporla, a volte non sono in grado di influire sul proprio governo. Citiamo ad esempio la guerra in Iraq. Il Vaticano era contrario, e molte conferenze episcopali l'hanno condannata. I cristiani dovrebbero anche ripensare il loro concetto e la loro posizione nei confronti dell'Islam. È necessaria la reciprocità. Il fondamentalismo è qualcosa che va contro la religione. Lo troviamo dappertutto, sia tra musulmani, che tra cristiani ed ebrei. Esso è una falsa interpretazione dei libri sacri. Con l'11 settembre è nato un doppio complesso: le due parti sentono che c'è una barriera, i cristiani hanno paura dell'Islam che cresce e i musulmani parlano di una guerra condotta contro l'Islam da parte degli infedeli, dei politeisti e dei crociati. Questo vocabolario usato da alcuni predicatori nelle moschee e dai media favorisce la violenza e la morte. Vorrei citare un esempio: molte macchine e autobus hanno degli adesivi con la Shahada1 e sotto una spada. Inoltre i capi politici sfruttano gli eventi per i propri interessi. Gli Stati Uniti hanno reagito nel modo sbagliato. Le guerre in Afghanistan e Iraq hanno rafforzato tra gli arabi e i musulmani la convinzione di una crociata-guerra sionista contro l'Islam. Io penso che come credenti dobbiamo testimoniare qualcosa di diverso. Oggi la violenza e la morte non possono essere giustificate e approvate. Questa è la maggior sfida. Dobbiamo far avanzare la cultura del dialogo, della riconciliazione e della pace. Perciò dobbiamo modificare il nostro modo di parlare e il nostro linguaggio classico, per renderlo adatto a sostenere i diritti e i valori dell'uomo. Penso che i cristiani occidentali, con il problema della globalizzazione e il rapporto tra religione e società, debbano rivedere le loro posizioni. L'Europa non deve restare indifferente alla religione! I cristiani stanno perdendo la propria identità. Per riportare fraternamente amore e fiducia tra cristiani e musulmani, suggerisco di organizzare conferenze tra leader religiosi e pensatori cristiani e musulmani, per collaborare insieme ed estirpare le radici che distruggono la pace e la sicurezza, per pianificare un cambiamento radicale nei programmi educativi nelle scuole, ricostruire una reciproca familiarità per una riconciliazione, discutendo temi quali religione e diritti civili, diversità religiosa e mutuo rispetto, religione e promozione dei valori etici, religione e globalizzazione. Promuoviamo una vita insieme tra cristiani e musulmani, sulle basi della cittadinanza, dell'uguaglianza e del dialogo, sotto l'autorità di una legge comune, invece di allargare i conflitti. ---------------------------------- 1. La professione di fede musulmana. [N.d.T.]