Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:43:11
Il 10 Marzo scorso è morto a Riyad in Arabia Saudita, a 81 anni, , il Grande Imam della Moschea al-Azhar e Gran Sheikh dell’omonima Università.
Una morte che segna inevitabilmente un passaggio importante per la millenaria istituzione che, punto di riferimento religioso, culturale ed educativo per tutto l’Islam sunnita, deve oggi rispondere a un’ardua sfida: tenere salda la sua autorevolezza di fronte al proliferare di nuovi e spesso agguerriti canali di formazione islamica alternativi a quelli tradizionali, quali siti internet, televisioni satellitari e social network.
Tantawi, nato nel 1928 nel villaggio di Salim, trecento km a Sud del Cairo, si era formato al prestigioso Istituto di Studi Religiosi di Alessandria e all’Università di al Azhar, prima di ricoprire vari incarichi accademici in Egitto, Libia e Arabia Saudita e di essere nominato, nel 1986, Gran Mufti dell’Egitto e, nel 1996, al vertice dell’Università-Moschea della capitale egiziana.
Le sue prese di posizione “moderate” su molte questioni come il velo islamico, l’aborto, gli attacchi suicidi, le donne-imam, la circoncisione femminile, hanno causato molte e aspre controversie nel mondo islamico e non. In tutti questi casi Muhammad Sayyid Tantawi ha dimostrato di essere senza dubbio un uomo di moderazione, un pensatore ben radicato nella sua tradizione islamica, ma alla ricerca di soluzioni nuove per problemi nuovi, capace di mantenere sempre viva la tradizione.
Tale posizione ha trovato una forte opposizione da parte dell’Islam estremista e politico, rappresentato dalla stella mediatica Yusuf Qaradawi, ma tuttavia pare che sarà mantenuta dall’uomo scelto per succedergli, Ahmed at-Tayyeb.
Attuale Rettore dell’Università dell’Azhar, Ahmed at-Tayyeb è infatti persona di grande cultura, di apertura e dialogo, formatosi sia in Egitto sia all’estero, e che ha più volte partecipato a vari incontri di dialogo organizzati da istituzioni cattoliche.
Sono varie le ragioni che possono aver fatto propendere il Presidente Mubarak per questa scelta. Sicuramente hanno pesato varie ragioni politiche, la buona reputazione di cui gode, i suoi innegabili meriti culturali e scientifici e le relazioni che, in qualità di Rettore, ha saputo instaurare con Università di tutto il mondo.
Personalmente ho potuto conoscerlo e intrattenere con lui rapporti molto positivi, anche sulla base dei nostri comuni studi sul grande poeta sufi Umar b. al-Farid. Tra l’altro lui stesso è di famiglia e formazione sufi.
Credo che la sua scelta come Gran Sheikh della moschea e dell’Università al-Azhar rappresenti un passo importante nella direzione di un’ulteriore apertura tra il mondo islamico e il mondo cristiano, e più in generale fra religioni e culture diverse.