Martedì 4 maggio si è spento, all’età di 74 anni, Muhammad ‘Abid al-Jabri, uno tra i più fecondi e discussi intellettuali contemporanei del mondo arabo islamico. I suoi scritti sono diffusi in tutto il Medio Oriente da più di vent’anni e continuano a rappresentare un punto di riferimento per la filosofia araba.
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:11:47
Grande conoscitore sia del pensiero arabo islamico sia di quello occidentale, Jabri ha il grande merito di essere il primo intellettuale arabo ad aver portato avanti una lettura organica e coerente della tradizione speculativa arabo islamica. Rispetto alle opere di autori precedenti la complessità del disegno di Jabri appare evidente, metodologicamente ben fondata e foriera di nuove prospettive nello studio del pensiero arabo, antico e moderno. La conoscenza delle sue opere indurrebbe a porre in discussione alcuni dei luoghi comuni relativi alla tradizione araba diffusi in Occidente.
Il pensiero di Jabri è stato oggetto di diversi studi nei paesi arabi pur rimanendo pressoché sconosciuto al grande pubblico occidentale. Uno dei motivi principali di interesse era la sua profonda conoscenza sia del pensiero arabo-islamico sia di quello occidentale: è stato docente di filosofia islamica all’università di Rabat sin dal 1967, ma vantava una considerevole preparazione anche sulla filosofia occidentale, grazie al dottorato in filosofia svolto presso la Sorbona negli anni ’60, che lo introdusse al pensiero europeo di lingua francese.
Le sue numerose opere si inseriscono in entrambe le tradizioni fin dagli esordi: a partire dalla prima opera del 1971 dedicata a Ibn Khaldun – celebre filosofo della storia maghrebino del XIV secolo – le cui idee sono analizzate con gli strumenti critici della cultura occidentale, fino alle ultime opere di esegesi coranica nelle quali l’autore sfrutta tutte le conoscenze maturate dallo studio del pensiero ermeneutico. Nei suoi testi, i riferimenti ad autori occidentali sono costanti: oltre a citare autori classici della filosofia (quali Kant, Hegel, Marx, Bachelard, Heidegger, ecc), numerosi sono i rimandi a studi di antropologia (tra tutti, Levi-Strauss) e agli studi di celeberrimi orientalisti (Gardet, Gabrieli, Watt, ecc …).
Il disegno proposto da Jabri nelle sue opere è complesso: partendo da un’analisi delle componenti della ragione araba, l’Autore traccia una storia del pensiero nel mondo arabo islamico, evidenziandone criticità, punti forti e influenze straniere. Si è, inoltre, interessato a un ripensamento critico della propria tradizione e della relazione che il soggetto arabo intrattiene con essa. Il tema della relazione tra l’arabo musulmano e la propria tradizione è una delle tematiche principali della riflessione araba contemporanea, benché in Occidente sia conosciuta solo nell’aspetto del pensiero fondamentalista.
Da questa riflessione nasce il capolavoro indiscusso di Jabri: la Critica della ragione araba, la cui stesura occupa l’Autore per circa un ventennio (1984-2001). Questa opera vale all’Autore la fama in tutto il mondo arabo, e provoca un dibattito intellettuale non ancora sopito. A prescindere dall’opinione che ci si può formulare circa le tesi contenute nell’opera, alcune delle quali aspramente contestate, la Critica della ragione araba rimane una pietra miliare del pensiero arabo islamico contemporaneo: in essa l’Autore propone la sua lettura della tradizione speculativa arabo islamica in modo organico e coerente.
Il grande merito dell’Autore è di aver saputo proporre idee innovative supportate da un metodo rigoroso e da un approccio scientificamente fondato. A titolo d’esempio, ricordiamo l’idea jabiriana della coesistenza di tre ordini cognitivi differenti all’interno della cultura arabo islamica, oppure la sua argomentata opposizione al considerare la filosofia araba classica un semplice anello di connessione nella storia della filosofia occidentale. Ancora, aspre critiche gli sono state mosse per aver ipotizzato che la civiltà arabo islamica, alla morte di Maometto, sia entrata in una crisi morale irrisolta – secondo l’Autore – fino ad oggi. Anche la sua interpretazione coranica è molto criticata, essendo storicamente fondata, ma in parziale contrasto col comune sentire di molti musulmani.
I detrattori non gli hanno risparmiato critiche né a livello metodologico – in particolare Tarabishi, Nader e Abdelrahman – né a livello contenutistico. In particolare non convince la sua lettura della storia della filosofia araba, troppo radicale e rigida nelle sue categorie, e il suo tentativo di minimizzare il ruolo del mondo cristiano all’interno della storia della cultura arabo islamica classica.
Ciononostante, Jabri rimane un pensatore fondamentale nel panorama del pensiero arabo contemporaneo, come si può desumere anche dall’importante ricaduta che il suo pensiero ha avuto ed ha tuttora su diverse generazioni di intellettuali arabi.