SEN, A. Identity and Violence, W.W. Norton & Company, New York - London 2006; tr. it. Identità e violenza, Laterza, Roma-Bari 2006.
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:50:20
«La violenza settaria in tutto il mondo, oggi, non è meno rozza, meno riduzionistica di quanto non fosse sessant’anni fa. È una grossolana brutalità che poggia su una grande confusione concettuale riguardo alle identità degli individui, capace di trasformare esseri umani multidimensionali in creature a un’unica dimensione» (p. 177). Con queste parole, Amartya Sen sintetizza la sua analisi del rapporto tra identità e violenza: quando l’identità viene intesa come univoca e immodificabile, cioè «senza possibilità di scelta» (p. XIII), allora si trasforma presto o tardi in un baluardo da difendere contro la diversità degli altri. Si potrebbe dire che l’identità diventa inevitabilmente violenta quando rifiuta la sua natura “meticcia”, cioè costitutivamente plurivoca. Ecco perché Sen ritiene che «la principale speranza di armonia nel nostro tormentato mondo risiede nella pluralità delle nostre identità, che si intrecciano l’una con l’altra e sono refrattarie a divisioni drastiche lungo linee di confine invalicabili a cui non si può opporre resistenza» (p. 19).