Che cos'è oggi una madrasa? Quale ruolo gioca nella formazione dei musulmani e come è legata al fondamentalismo
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 09:11:47
Recensione di Robert W. Hefner, Muhammad Qasim Zaman, Schooling Islam. The Culture and Politics of Modern Muslim Education, Princeton University Press, Princeton and Oxford 2007
Per lungo tempo l’istituzione educativa islamica per eccellenza, la madrasa, è stata considerata come un relitto del passato, destinata a scomparire a contatto con la modernità occidentale. Poi l’ascesa dei talebani in Afghanistan e la sfida lanciata dalle madrase al governo pakistano hanno riportato bruscamente d’attualità l’argomento. Un’attualità tuttavia che da sola non è garanzia di accuratezza nell’analisi.
Che cos’è oggi una madrasa? Il volume curato da Hefner e Zaman risponde attraverso una ricognizione a tutto campo nel mondo contemporaneo, preceduta da un breve inquadramento storico dell’istituzione, che affonda le sue radici nel periodo intermedio della civiltà islamica (1000-1500 circa). Dal confronto con il passato emergono soprattutto elementi di discontinuità.
Le nuove madrase, più che continuare una cultura vivente ma istituzionalizzata [...], sono un luogo di jihâd, di “lotta” per elaborare una forma localmente accettabile di modernità islamica (p. 55)
Una serie di capitoli, affidati ad alcuni tra i maggiori specialisti del settore, esaminano con grande chiarezza, lucidità e rigore scientifico i più significativi modelli di educazione islamica. Emblematico dell’enorme varietà di soluzioni adottate è il caso del subcontinente indiano, che ha visto sorgere due tipi completamente diversi di madrase: ispirate al movimento riformista Deobandi e tendenzialmente fondamentaliste in Pakistan, pluraliste in India e votate alla preservazione di un’identità in pericolo. Modernità ha significato anche l’entrata in scena di due nuovi attori: lo Stato, che si è posto spesso in rivalità con gli ulema, e l’Occidente, che ha portato con sé modelli educativi inediti. In molti casi le istituzioni tradizionali islamiche hanno saputo raccogliere con successo la sfida. Per i rapporti con lo Stato rimane paradigmatica la vicenda di al-Azhar in Egitto, ma anche in Turchia laicità significa oggi controllo dell’espressione religiosa, non più sua estromissione dalla sfera pubblica. Peraltro l’aspetto più significativo dell’educazione islamica in Turchia è certamente costituito dal movimento Gülen, ormai diffuso anche in Occidente e ispirato a principi e soprattutto prassi di tolleranza.
Se è in corso una lotta nel mondo per conquistare i cuori e le menti dei musulmani, cosa certamente vera, le madrase e l’educazione religiosa sono in prima linea (p. 2)
«Per un pubblico occidentale scioccato da immagini di violenza terroristica e convinto che le madrase siano una parte considerevole del problema, l’idea che il nocciolo della questione per l’educazione islamica risieda nella scelta tra unitarianismo scolastico e pluralismo epistemologico può apparire risibile. Tuttavia, nella pratica educativa islamica non esiste alternativa più decisiva» (p. 35).