Un approfondito lavoro di ricerca sulla storia recente di Gerusalemme Est, nella burrasca degli ultimi conflitti tra Israele e i suoi vicini arabi

Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 08:55:15

Copertina gerusalemme libro.jpgRecensione di Francesca Ceccarini, Al-Quds e Yerushalayim. Un dialogo in due lingue: I Paesi arabi e la questione di Gerusalemme, Franco Angeli, Milano 2016

Gerusalemme, la città tre volte santa [al-Quds] per musulmani, ebrei e cristiani, che l’amano a tal punto che ciascuno di loro potrebbe ripetere il versetto del salmista: “Gerusalemme, si dimentichi di me la mia destra…” . Una città oggi contesa tra due popoli e due Stati. È al cuore della politica dei vicini Paesi arabi da quando Israele, da un lato, ed Egitto, Libano e Giordania, dall’altro, hanno firmato accordi di pace.

Francesca Ceccarini, dopo aver brillantemente concluso gli studi alla Scuola di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze, dove ha ricevuto il premio “Guido Galli” per la miglior tesi, propone in quest’opera il cuore del suo lavoro di ricerca sulla storia recente di Gerusalemme Est, nella burrasca degli ultimi conflitti tra Israele e i suoi vicini arabi. Vent’anni di negoziati sono qui presi in analisi per valutare le pretese politiche degli uni e degli altri: è possibile sperare in una soluzione che renda giustizia, per farla finita con le pretese e garantire invece alla città un “vivere insieme pacifico e pacificante” per i suoi abitanti e pellegrini? Questa è la domanda a cui l’autrice cerca di rispondere, analizzando con rigore e oggettività i punti di vista dei responsabili politici, tanto in Israele, quanto in Palestina, Giordania, Egitto e Arabia Saudita. Da questo, i sei capitoli del libro.

Il primo racconta di Al-Quds al-Sharîf [“la nobile” Gerusalemme] nella storia arabo-islamica antica, in quella classica e nella storia contemporanea degli ultimi due secoli. Il secondo capitolo ha per titolo Al-Quds 1967: La sconfitta umiliante e documenta la Guerra dei Sei Giorni, il summit della Lega Araba a Khartum, la Risoluzione n. 242, l’incendio della grande moschea di al-Aqsa, la nascita dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica, il piano Rogers, il Regno Arabo Unito, la vittoria di Ramadan e la conferenza di Rabat. Il terzo capitolo, Yerushalayim 1977: La pace nonostante Gerusalemme, continua con il racconto dello stallo diplomatico, dell’anno di svolta 1977, degli incontri in Marocco, del viaggio di Anwar el-Sadat a Gerusalemme, dei colloqui di Ismailia e della conferenza di Camp David.

Fa seguito il quarto capitolo, Al-Quds e Yerushalayim: Un dialogo in due lingue. Questa parte tiene il ritmo dei negoziati per il trattato di pace e della variabile iraniana, oltre al persistente tentativo di raggiungere un accordo con l’Egitto e alle trattative sull’autonomia della città (dialogo in due lingue), fino alla proclamazione della capitale d’Israele eterna e indivisibile, quando il Piano Fahd si conclude al summit di Fes e il Piano Reagan torna all’opzione giordana. Intitolato La pace inclusa Gerusalemme, il capitolo numero cinque passa in rassegna il disimpegno della Giordania, la pace americana alla Conferenza di Madrid, gli accordi di Oslo e la Dichiarazione dei Principi, la “Jordan Track” (dall’agenda comune al trattato di pace), l’accordo israelo-giordano o la pace del re e l’assassinio del primo ministro. Riporta inoltre la cronaca della città contesa e l’emergenza dell’Autorità palestinese, il Protocollo di Hebron e la battaglia per al-Quds, il Memorandum di Wye River e da ultimo la scomparsa di Re Husayn. Infine, il sesto capitolo, dal titolo Al-Quds e Yerushalayim? Cronaca di un tentativo di divisione, affronta i fatti più recenti: Camp David II, le conseguenze del suo fallimento e l’intifada di al-Aqsa; la posizione dell’Arabia Saudita, da Oslo all’iniziativa dei Paesi arabi, gli effetti di questa iniziativa e il ritorno diplomatico degli Stati Uniti, la Road Map; Annapolis e il colpo di coda dell’amministrazione Bush. C’è un cambio di approccio al mondo arabo? (La presidenza di B. H. Obama). La moschea di al-Aqsa è in pericolo? Givat HaMatos è come Har Homa? Ultimo punto del capitolo è l’affermazione dell’opzione giordana per al-Haram al-Sharif (l’accordo tra Abbas e Abdallah II).

In conclusione, l’epilogo si limita a riportare la situazione attuale. Che ne sarà domani di Gerusalemme? Nessuno può dirlo. Queste sono, in breve, le tappe susseguitesi nello sforzo di regolare il contenzioso su Gerusalemme Est tra Israele e i suoi vicini arabi. Merito dell’autrice Francesca Ceccarini è di aver consultato tutte le fonti accessibili in inglese, francese, ebraico e arabo, per descrivere le espressioni politiche e le implicazioni simboliche. La sua ricerca, ben documentata e analizzata in modo imparziale, mostra la difficoltà di astrarre il valore storico e ideologico e la dimensione religiosa e spirituale di questa Gerusalemme, le cui frontiere si confondono ancora con le mura che Solimano il Magnifico fece costruire. C’è da augurarsi che gli attuali responsabili dei popoli israeliano e palestinese arrivino a imitarne la saggezza, affinché la città torni a conoscere quel “vivere insieme pacificato e pacificante” che musulmani, ebrei e cristiani considerano giustamente il suo messaggio di oggi e la promessa di domani, diventando perciò una “nuova Gerusalemme” per tutti e per tutte.

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