Il rapper tripolino ha uno stile unico, caratterizzato da una sofisticata intertestualità e da un uso magistrale della forza estetica della lingua araba, al punto che i suoi testi sono studiati all’università
Ultimo aggiornamento: 18/03/2024 12:08:29
El Rass, ossia “Il Capo” o “La Testa” è senza dubbio tra gli artisti più originali e innovativi della nostra rubrica T-arab e della scena musicale araba contemporanea. È davvero una fortuna che, in italiano, si trovino articoli e interviste molto interessanti e approfonditi a cura di Fernanda Fischione, ospite di Oasis nel passato evento virtuale Le Rivoluzioni Cantate: Musica e politica nel mondo arabo contemporaneo.
Proprio per tale ricchezza di materiale, in italiano ma anche in inglese e francese, oggi presentiamo brevemente il nostro cantante, evidenziando qualche sua peculiarità importante, così da lasciare il giusto spazio al denso testo della canzone scelta.
El Rass, al secolo Mazen el-Sayyed, è un rapper e produttore musicale di Tripoli (Libano). Dopo aver studiato ingegneria e aver lavorato in Francia nel settore bancario, Mazen torna in Libano come giornalista, per poi trovare la sua dimensione umana e musicale come musicista rap, definendosi provocatoriamente un “monaco matematico con un tocco gnostico-jihadista”.
Il suo stile è unico, versatile e in continua evoluzione: arrabbiato ma lucido, sovversivo e reazionario, mistico e mondano. I suoi testi sono contenutisticamente densi ma ritmicamente fluidi; il suo linguaggio è preciso, permettendogli riflessioni limpide, senza compromessi; i temi e gli approcci spaziano dalla critica sociopolitica all’analisi psicologica, intrecciandosi volentieri con i più svariati campi del sapere (soprattutto filosofia, storia e teologia). Musicalmente, un’alchimia spesso geniale tra tradizione ed elementi moderni e contemporanei.
Al suo attivo, El Rass ha sette album, decine di collaborazioni (in particolare con Jawad Nawfal, in arte Munma) e centinaia di singoli spesso semplicemente caricati sul suo profilo Soundcloud, una delle piattaforme preferite dalla scena araba underground e indipendente.
Alcune di queste canzoni si trovano tradotte parzialmente nel capitolo dedicato alla musica del volume Arabpop, firmato proprio da Fernanda Fischione. Ciò che colpisce sono i temi trattati, spesso molto puntuali e trattati con grande ricercatezza. Per citarne solo alcuni: si passa da canzoni sulla fortezza Europa (una si intitola proprio Lampedusa) a critiche feroci al sistema confessionale libanese, alla guerra in Siria, oppure riflessioni sull’orientalismo, sul panarabismo e sul topos del cantante impegnato.
Segnalo qui tre delle tante peculiarità di questo cantante, che ne fanno comprendere l’eccezionalità:
La produzione artistica di El Rass è di altissimo livello. I suoi testi sono oggetto di studio all’Università Americana di Beirut, dove il corso di letteratura araba contemporanea analizza in particolare il suo magistrale utilizzo della lingua araba in tutta la sua forza e i suoi registri, il rapporto tra testo, genere musicale, spazio geografico e cambiamento sociale e la forte intertestualità delle canzoni.
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Proprio questa intertestualità è un elemento di particolare interesse perché comprende spesso riferimenti islamici: l’utilizzo di tematiche sufi e di citazioni coraniche sembra puntare a una cosciente ri-semantizzazione del linguaggio e dell’esperienza religiosa (a tal proposito, consiglio l’ascolto di Islamology/3esh9, tra le perle del suo album-manifesto Kashf al-mahjūb). Non a caso, nelle sue interviste, torna spesso l’idea della centralità della Parola, in tutta la sua forza rivoluzionaria.
A proposito di rivoluzioni: El Rass è di Tripoli, “la madre della rivoluzione”, un dato anagrafico che il cantante sottolinea spesso: si considera infatti della “periferia”, e tenta dunque, attraverso le sue canzoni, di dar voce alle periferie e agli sconfitti del mondo arabo. Ne avevo parlato in questo articolo sulle proteste libanesi dell’ottobre 2019: in quel clima, El Rass mi era parso un predicatore che parla alle folle, esponendo una concezione di rivoluzione interiore ed esteriore, da buon adepto sufi.
Ci sarebbe molto altro da dire su questo “beduino digitale”, e non è detto che in futuro non gli si possa trovare lo spazio che merita.
Se, come me, ne apprezzate in particolare il lato introspettivo, vi consiglio Anā mish anā (“io non sono io”); se volete una canzone un po’ più “da rivoluzione in strada”, vi propongo Shuf (“guarda!”); per chi ama le metafore, decisamente ‘Āsifa bi-l-finjān (“tempesta in una tazza”); per chi conosce già la sua produzione passata, consiglio allora l’ultimo album, uscito poche settimane fa.
Per oggi vi proponiamo un assaggio, benché minimo, della sua densità “religiosa” con la canzone Islāmī (“il mio Islam”). Il testo è rappresentativo dello stile di El Rass. Il brano amalgama un arabo eloquente con dialetto libanese (o meglio, tripolino); si passa da un registro basso a uno elevato con grande discontinuità; la maggior parte dei termini utilizzati fanno implicito riferimento a dottrine islamiche, soprattutto teologia (kalām), giurisprudenza (fiqh) e sufismo (tasawwuf). Non mancano infine citazioni coraniche. La critica è sferzante, ma presenta anche spunti interessanti, che portano l’ascoltatore a interrogarsi su questioni intricate quanto fondamentali. Tutto questo, in un flusso di rime che esprimono al meglio la forza estetica della lingua araba.
Insomma, Mazen è proprio El Rass: una “testa” pensante che invita alla riflessione e all’introspezione.
Buon tarab!
Canzone: Islāmī
Artista: El Rass
Anno: 2016
Nazionalità: Libanese
Scorri verso il basso per leggere il testo tradotto in italiano e l'originale arabo.
Qui tutte le precedenti puntate.
Le opinioni espresse in questo articolo sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione della Fondazione Internazionale Oasis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il mio Islam
Mi chiede se sono musulmano
Allora chiedo «Chi me lo chiede?»
Dipende da come comprende lui l’Islam
e su quali basi e a quale linea di pensiero appartiene.
[l’Islam] è genealogico o ereditario?
Ma allora significa che non lo scelgo io![1]
È una civiltà
che va dalla nostra preghiera alle nostre fognature?[2]
Oppure è uno Stato colonizzato
che accetta la sua sconfitta e la sua negazione?
O che si mescola con il neocolonialismo?
O una forma di illuminismo?[3]
Oppure è una rivoluzione che viene per correggersi?
L’essenza della ricerca religiosa è psicologica[4]
È una rivoluzione volta a comprendere il proprio essere.[5]
Questa mi piace![6] Riempimi il bicchiere!
Dicono: «La religione di Dio è l’Islam»
E «L’Islam è l’ultima delle religioni».[7]
Allora l’Islam non è una religione
Ma l’Islam è la fine delle religioni!
Per questo motivo loro seguono una religione, e io seguo la mia.[8]
Stanno lì, al limitare.[9]
[Si odono] percussioni indiane, e tu compi la preghiera del fajr?[10]
Dove va la religione del colonizzatore se è colonizzata?
Dove si sveglia il “sogno americano” una volta che gli americani dormono?
Come viene usato un Credo, quando si sfigura?
Un girotondo di civiltà!
Un girotondo di civiltà!
Un girotondo di civiltà![11]
Bene, ma che devo fare?
Dormo, o parlo in un altro modo?
Produciamo culture
Produciamo culture
Produciamo culture
Per finire dove?
Nell’ufficio del mio boia
Per firmare l’inevitabilità della mia condizione di schiavo
E divenire così l’uomo composto dai derivati del petrolio
che vagabonda languido e neutrale sulla faccia della terra,[12]
tranne quando si tratta di ripetere (meccanicamente),
di riciclare,[13]
di alterare ingenuamente (il senso),
senza una base interpretativa.[14]
«La conoscenza giova (ifāda) ai gentiluomini (sāda)»,
E persone onorabili (sāda) rilasciano una dichiarazione (ifāda)[15]
così che un eroe fatto di cartone
torni come un elemento decorativo nella mia patria.[16]
“Ti amo!” le disse lo stupido
“Peste persiana ti colga!” le ha detto lei.[17]
Non l’Islam di al-Khomeini e la dominazione coloniale iraniana[18]
Non l’Islam wahhabita che fa sposare un pappone con un estremista.[19]
Non l’Islam dei Fratelli Musulmani, una piramide, una cricca e la sua Guida[20]
Non l’Islam di al-Azhar, un insulto per quelli che usano il cervello.[21]
Non l’Islam delle confraternite, il mio Islam non ha bisogno di mediatori.[22]
Non l’Islam di Daesh, che ci porta stupidamente al suicidio.[23]
Non un Islam islamista, [voglio] un Islam attivo, generativo, non reazionario[24]
Non l’Islam degli Istituti occidentali, superiori o inferiori che siano.[25]
Io vado verso il mio Islam, non sto tornando ad esso,[26]
Il mio Islam è cristiano, nomadico e pure sedentario[27]
È ellenista, greco, razionale, ben fondato sulla lingua.
Il mio Islam obbliga alla rivoluzione ed esige riflessione
E la sua forma adatta è lo dhikr[28]
Affinché (nel mio Islam) la dimora dell’umiltà trovi sempre ospitalità.
Il mio Islam è la mia “arabità” e la mia “arabità” è la mia shāmīyya[29]
E i curdi fanno parte di questa mia famiglia.[30]
Alla mia sinistra, ho l’asceta del deserto,
alla mia destra ho il cavaliere di Baghdad,
nonostante io stia dando la schiena ad Atene,
sia idealmente che geograficamente,
e il mio viso sia rivolto verso il mio sud, verso la mia qibla occupata.[31]
Il mio Islam è essere onesti verso le malefatte della mia tribù imperfetta[32]
Così come la vedo, non così vorrei che lei mi vedesse.
Non siamo tutti “uno”?[33]
(“Uno”) è andato a Beirut
È rimasto “uno”.[34]
A volte può diventare “uno”,
quando si innamora…a meno che non sia ripugnante!
«Ti sei arrabbiato? Su, dammi un bacino, siamo tutti colonizzati, cara mia!»
La mia kefiyyah voleva seguire il vento della sorte, ma l’ho fermata.[35]
Il mio Islam non è ossessionato dalla morte,
ma è imprigionato nelle tue norme.
Ti sto chiedendo di dialogare con me, non di dirmi le tue scelte.
L’essenza del mio Islam non è convenzionale
e la religione è sia legge che miracolo,[36]
obbligo e carità,[37]
angelo e uomo,
simile e diversa.
Il mio Islam è un’arma per raffinare l’immaginazione,
affinché io sopravviva alla maledizione di Babele, padroneggiando le parole.
(Il mio Islam) non è cavalli e spade:
come osi trasformare l'Islam in un mucchio di fantasie, Anzour?[38]
Gli stessi concetti girano e rigirano,
in un rinnovamento trabocchetto[39]
Il mio Islam è un’arma psicologica[40]
per capire il significato dell’immagine
e l’entità della minaccia
Per non agire alla cieca, ma cercare una visione chiara
Per non agire alla cieca, ma cercare una visione chiara
Per non agire alla cieca, ma cercare una visione chiara
Per non agire alla cieca, ma cercare una visione chiara
Per non agire alla cieca, ma cercare una visione chiara
Per non agire alla cieca, ma cercare una visione chiara
(alta o bassa che sia).
إسلامي
عم يسألني إذا مسلم
فبسأل مين عم يسأل
حسب كيف بيفهم الإسلام
وع أيّ أساس هو للفكرة انتسب
هو نسب ولا ورتة
يعني مش أنا اللي بختاره
هو حضارة
يعني صلاتنا وخطط تصريفها الصحي
ولا دولة واستعمارها
تقبل هزيمتها وإنكارها
ولا الخليط مع الاستعمار الجديد
مظاهر استنارة
ولا ثورة جايي تصحح نفسها
أصل البحث الديني نفسي
ثورة على فهم النفس
بدّي منه املالي كأسي
قال الدين عند الله الإسلام
والإسلام آخر الأديان
يعني الإسلام مش دين
الإسلام نهاية الأديان
مشان هيك كلهم لهم دين ولي دين
عالحدود واقفين
طبلة بس هندية وبتصلي الفجر بالعين
وين بيروح دين المستعمِر لما يُستعمَر
وين ح يصحى حلمهن لمّا يناموا الأميركان
لما شكله يبلى كيف المعتقد يُستعمل
دورة حضارات
دورة حضارات
دورة حضارات
طب شو بعمل
بنام ولا بطعج لساني
بننتج ثقافات
بننتج ثقافات
بننتج ثقافات
وبالآخر لوين
ع مكتب جلّادي
تا وقِّع ع حتمية استعبادي
وصير الرجل المصنوع
من مشتاقات بترول
الهائم على وجه الأرض الهلامي الحيادي
إلا بشؤون الإعادة
وإعادة تدوير
بسذاجة التحوير
دون قاعدة تأويل
وللسادة الأفادة
ومن السادة إفادة
تا يرجع بطل كرتون
ديكور جديد لبلادي
"بحبِّك،" قاللها البهلة
قالتله "يحبك برص وعشرة فرس"
مش إسلام خميني ركوب إيراني استعماري
مش إسلام وهّابي زاوج قوّاد ومغالي
مش إسلام إخواني هرم مرشد البطانة
مش إسلام الأزهر بيكفي للعقل إهانة
مش إسلام الطرق ما في بإسلامي وسيط
مش إسلام دواعش عم ينتحرنا العبيط
مش إسلام إسلامي فاعل مُفعِل مش إفعالي
مش إسلام المعهد الغربي واطي أو عالي
أنا رايح ع إسلامي مش جايي منه
إسلامي مسيحي صحراوي ومصراوي برضه
هيليني يوناني عقلاني واللغة أرضه
إسلامي الثورة فرضه والفكر تكليفه
والذكر تكييفه
ليظل دار التواضع مُضيفه
إسلامي عروبتي وعروبتي شاميتي
والكردي خالي
يساري الزاهد الصحراوي
يميني الفارس البغدادي
مع إنه ظهري لأثينا بالفكرة وبالفلّة
ووجهي صوب جنوبي لقبلتي المحتلة
إسلامي مصارحتي بالعلّة لقبيلتي المختلة
متل ما بشوفها
مش ع أساس كيف بدي إياها تشوفني
ما نحن واحد
نزل ع بيروت
ضلّه واحد
إيام بيقلب واحد
بس ينغرم
مش واحد
ما بينهضم
زعلت
هاتي بوسة
كلنا مستعمَرون يا حنون
عيطت القافية لريح المنون
سكتتها
إسلامي مش مهووس بالموت
بس محبوس بمعيارك
طالب حوارك مش اختيارك
إسلامي مش مألوف مضمونه
والدين وجه شرع وجه إعجاز
وجه فرض وجه إحسان
وجه مَلك وجه إنسان
وجه متل وجه غير
إسلامي سلاح تهذيب الخيال
لـ قاوم لعنة بابل بتطويع الكلام
مش أحصنة وسيوف
هيك بتفنطظ الإسلام يا أنزور
ونفس المفاهيم بتدور
تجديد ملغوم
إسلامي سلاح نفسي
تا أفهم معنى الصورة
وحجم التهديد
مش غض بصر
سعي لبصر حديد
بواطي أو عالي