Dalla fondazione dello Stato Islamico nel giugno 2014, alla morte del Califfo Al-Baghdadi nell'ottobre 2019
Ultimo aggiornamento: 22/04/2022 10:00:12
Chi sono i combattenti di ISIS? Che fine hanno fatto oggi? Come hanno giustificato le decapitazioni? Come trattavano le minoranze residenti nel loro territorio?
La risposta a queste e altre domande negli articoli dei nostri esperti
MORTE DEL CALIFFO Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre, un raid del U.S. Central Command ha assediato il luogo in cui si sarebbe nascosto il leader dello Stato Islamico Abu Bakr Al-Baghdadi e si è concluso con l'auto-esplosione del Califfo e la morte di due dei suoi figli. Ma la morte del califfo non va fatta coincidere con la fine del Califfato dello Stato Islamico.
(La morte di Abu Bakr al-Baghdadi, F. Teruggi - 31 ottobre 2019)
AL-BAGHDADI RILANCIA «Quella dell’Islam contro i crociati è una lunga battaglia», ha detto al-Baghdadi nell’esordio del suo intervento, aggiungendo inoltre che «il jihad continuerà fino al giorno della risurrezione». Il leader dello Stato Islamico si è mostrato in un nuovo video, dove incita i suoi combattenti a una "guerra di logoramento".
(Al-Baghdadi annuncia la nuova strategia dell’Isis, M. Brignone - 3 maggio 2019)
SUNNISTAN IRACHENO Lo Stato Islamico ha mosso i suoi passi nel clima di confusione e mancanza di potere lasciati in Iraq dalla caduta di Saddam Hussein. Anche ora che l'ISIS è stato sconfitto, la popolazione dovrà fare i conti con lo stesso vuoto di rappresentanza di prima, al quale si aggiunge la distruzione portata dalla guerra. Le giovani generazioni, militarizzate e confessionalizzate, sapranno ricostruire lo Stato?
(Ma esiste davvero un “Sunnistan” iracheno?, I. Al-Marashi - 4 settembre 2018)
DECAPITATI L'abominevole atto della decapitazione, operato diverse volte dai terroristi dello Stato Islamico e diffuso anche attraverso alcuni video, non sarebbe giustificato solamente nelle ragioni che lo hanno causato, ma anche nella modalità dell'uccisione. L'interpretazione del Corano, tuttavia, non è mai univoca e lo dimostra in questo caso l'organizzazione di Al-Qaeda, che è in disaccordo sulle ragioni di ISIS.
(Quei versetti usati per giustificare le decapitazioni, J. Wagemakers - 21 giugno 2016)
L'IDEOLOGIA DEL CALIFFATO Lo Stato Islamico concepito come legittima entità statale è un'ideologia del XX secolo, non appartiene alla tradizione dell'Islam. Pertanto un musulmano non è tenuto, per fede, a sottomettersi al Califfo. All'Islam occorre una riforma che riveda l'interpretazione di questa ideologia e che ripensi un regime politico che "amministri la cosa pubblica", non un'istituzione religiosa.
(Non è la fede a imporre il califfato, R. Al-Sayyid - 21 giugno 2016)
BANDIERA NERA La propaganda dello Stato islamico attinge fin dall'inizio alla tradizione apocalittica riconducibile agli hadith del Profeta. Anche i colori hanno sempre un significato e così il nero della bandiera di ISIS non è scelto a caso, ma è considerato "l’icona dell’ascesa della nuova religione, delle conquiste islamiche e della lotta per il potere califfale".
(Perché la bandiera dello Stato Islamico è nera, C. Pellegrino - 4 marzo 2016)
FIGHTERS E FOREIGN FIGHTERS Sono ragazzi e ragazze, anche adolescenti, tra i 16 e i 24 anni le reclute europee dello Stato Islamico. Molti di questi sono interessati "a una carriera nel sociale o nell’area degli aiuti umanitari". Sconvolti dalla violenza della guerra trovano nei combattenti dell'ISIS una giusta causa da sposare. In tutti i sensi.
(“From Zero to Hero”, donne e uomini attratti dallo Stato Islamico, V. Premazzi - 3 febbraio 2016)
IN PROVINCIA DI ISIS I jihadisti dello Stato Islamico ambiscono a creare un vero e proprio Stato, strutturato in province (wilâyat). Ogni zona ha una ragion d'essere ben definita a scopo propagandistico e simbolico, e non corrisponde nei fatti a una gestione burocratica o amministrativa del territorio.
(Quali sono le "province" di Isis, C. Pellegrino - 17 dicembre 2015)
IL CALIFFO AL-BAGHDADI Il leader del Califfato dello Stato Islamico è il califfo Abu Bakr Al-Baghdadi. Il califfo, discendente del ramo alide della famiglia del Profeta, è stato nominato "comandante dei credenti" già nel 2010, dopo essere stato detenuto nella prigione di Camp Bucca, dove non aveva mai suscitato dubbi di un'eventuale tendenza radicale.
(Chi è il “califfo” dello Stato Islamico, C. Pellegrino - 11 dicembre 2015)
TERRORE E VIOLENZA «L’Islam è la religione della spada, non pacifismo». Così afferma lo Stato Islamico sulla sua rivista Dabiq, rivelando una lettura selettiva e delirante della religione musulmana. La violenza dell'Isis non è rivolta solamente ai non musulmani, ma anche a tutti quei musulmani "deviati", sunniti e non sunniti, che non sposano il suo ideale. Le proporzioni di questo genocidio sono mostruose.
(ISIS o l’opzione preferenziale per il terrore, M. Brignone - 5 novembre 2015)
IL CALIFFATO UN ANNO DOPO Nonostante la presenza dello Stato Islamico sia diventata "sinistramente familiare", molti aspetti dell'organizzazione rimangono tutt'ora oscuri. Ancora una volta, il risveglio islamista interpella l'intero mondo musulmano, in particolare richiama intellettuali e autorità religiose a rivedere l'interpretazione della tradizione. Ma anche l'Occidente è chiamato in causa, specialmente le potenze implicate nella regione mediorientale, che "sono incapaci, o non hanno l’intenzione, di estirpare il bubbone".
(E dopo un anno cosa sappiamo del “Califfato”?, M. Brignone - 30 giugno 2015)
TRADIZIONI APOCALITTICHE-2 La propaganda dello Stato Islamico sfrutta le numerose profezie apocalittiche e i simboli che rimandano alla fine del mondo che fanno parte della tradizione dell'Islam. "L’intento più ovvio di un’apocalisse è spingere un ampio pubblico a un cambiamento spirituale significativo, che dovrebbe essere indotto dal terrore che gli eventi descritti possano davvero accadere".
(Armageddon nell’Islam: le bandiere nere di Isis, D. Cook - 12 giugno 2015)
TRADIZIONI APOCALITTICHE Lo Stato Islamico si è strutturato su un'interpretazione rigorista della sharia e ha recuperato delle antiche tradizioni della letteratura di hadith (i detti attributi al Profeta). Tra queste anche la tradizione apocalittica secondo cui la fine del mondo avverrà nella città di Dabiq, il cui nome hanno dato alla loro rivista.
(Perché la rivista di ISIS si chiama Dabiq, M. Diez - 30 aprile 2015)
UN TERRORISMO CHE AFFASCINA L'organizzazione dello Stato Islamico, ISIS, può essere considerata un'evoluzione del terrorismo dell'organizzazione terroristica di Al-Qaeda, protagonista indiscussa degli attentati precedenti al periodo segnato dall'inizio delle Primavere arabe (2011). Ci sono però alcune differenze tra le due, come per esempio le ragioni che attraggono i combattenti, per la maggior parte molto giovani, non solo dal mondo musulmano, ma anche dall'Occidente.
(Il fascino diabolico di Isis, R. Al-Sayyid - 28 gennaio 2015)
L'ISLAM CONDANNA ISIS Nei mesi successivi alla sua fondazione, numerosi rappresentanti delle comunità musulmane si sono alzati in difesa dell'Islam, dichiarando che «L’ISIS non rappresenta il vero islam». Questa condanna, affermata dalla maggioranza dei musulmani, può condurre a una "radicale messa in discussione dell’ideale stesso di Stato Islamico, per quanto dolorosa possa essere".
(La chimera dello Stato Islamico, M. Diez - 10 novembre 2014)
NASCITA DELLO STATO ISLAMICO L'organizzazione dello Stato Islamico di Iraq e Siria. conosciuta come ISIS, è stata proclamata ufficialmente il 29 giugno 2014 dall'allora leader il califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Il califfato è un'istituzione classica dell'Islam, ma quanto è accaduto in Medio Oriente è la forma più radicale del "mito della costruzione di un’entità politica fondata su un’interpretazione rigorista della Legge islamica, un’entità che probabilmente non è mai esistita nei termini in cui è proposta oggi".
(Lo Stato Islamico spiegato a mio figlio, M. Brignone - M. Diez - 26 agosto 2014)